Tennis, personaggi
08.05.2025 - 12:46
Lo sport è fatto, anche e soprattutto, di belle storie da raccontare, figlie di scenari incredibili, pronte ad offrire alla bontà di ogni singolo taccuino immacolato, la possibilità di essere “macchiato” a dovere, come si usava fare una volta, dalla biro di turno. Una di queste meravigliose storie, l'ha voluta raccontare, non senza sussulti e ci saremo stupiti del contrario, Tathiana Garbin, il capitano non giocatore della meravigliosa Italia al femminile di Billie Jean King Cup, figlia adottiva della nostra terra, ora che Formia, il meraviglioso scenario del Golfo, sono molto più che una semplice casa per lei. L'incontro con questa meravigliosa donna, agli Internazionali Bnl d'Italia, tra un match e l'altro delle “sue” ragazze.
Tathiana, vogliamo parlare di di questo tuo libro appena uscito dove racconti un momento importante e delicato della tua vita. Senza cadere nella retorica più spicciola e, oseremo dire, inutile, quanto è stato difficile scriverlo a quattro mani con Federica Cocchi della Gazzetta dello Sport?
“Mi sono sentita in dovere di farlo, perché questo libro nasce principalmente come forma di aiuto, utile a non abbassare il volume emotivo, per chiarire quello che stavo provando a livello emotivo. Ho capito che poteva essere un veicolo per gli altri, sicuramente una forma di aiuto concreto alle altre persone, perché credo che la mentalità che ti dà il tennis è un qualcosa, e l'ho sperimentato sulla mia pelle, che ti aiuta a superare tante difficoltà”.
Formia, il suo Golfo, questo luogo meraviglioso di pace, tranquillità, mare e natura, ti ha aiutato tanto.
“Svegliarsi e vedere il mare ogni mattina, credo che non abbia prezzo. Ho scelto Formia, perché sin dal mio primo approccio, mi sono sentita a casa: amata e protetta da tutti. Dalla mia famiglia sportiva, dai miei amici tennisti, da tutta la Federazione. Insieme si sono uniti in un caloroso abbraccio. In quei momenti, hai bisogno di sentire l’amicizia, l’amore, le persone vicine: tutto questo mi ha aiutato tantissimo”.
C'è un fotogramma bellissimo in questa tua storia: Jannik Sinner che sale le scale del palazzo che ospita la sede della Federazione Italiana Tennis, di ritorno da Melbourne dopo la vittoria nel suo primo Slam, che si ferma a fotografare la tua immagine e quella delle tue meravigliose ragazze.
“In un momento come quello che stavo vivendo, mi ha strappato un sorriso. C'è da dire, però, che ogni volta, un messaggio, un gesto, una parola di conforto, questo ragazzo straordinario l’ha sempre regalata e, quindi, anche dopo aver vinto la Davis, subito dopo in conferenza stampa, una delle prime cose che ha detto, è stato farmi 'in bocca al lupo' perché nei giorni successivi avrei dovuto affrontare la seconda operazione. Come non si può non amare un uomo così e tutti i suoi compagni di squadra, con Filippo in testa (il capitano Volandri, ndr), che sono stati vicinissimi. Come le mie meravigliose ragazze, che definire straordinarie sarebbe riduttivo”.
Il territorio pontino è diventato, al di là che tu abbia scelto Formia per vivere, qualcosa di molto familiare. Un nome su tutti, all'interno della nazionale di Billie Jean King Cup, quello di Daniele Silvestre.
“Una persona straordinaria, che mi sta dando una grandissima mano, anche e soprattutto in funzione di quello che è l'altissimo livello che abbiamo raggiunto”.
Torniamo alla “tua” Formia, Qual è la cosa che ti piace di più della nuova casa?
“La forza interiore che il mare, lo scenario che ogni mattina mi si pone davanti, riesce a sprigionare”.
Il libro, “Il mio match per la vita, tra gioie e cicatrici”, è...
“Il desiderio di tramandare questa idea di forza, utile a sostenere la Fondazione 'Libellule Insieme', che si occupa di prevenzione, cura e follow-up dei tumori femminili”.
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