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Giudiziaria

Il Comune di Aprilia cambiò la Pec, così la Loas operava senza scia

Emergono particolari grotteschi nel processo post incendio: la nota dei vigili del fuoco alla mail sbagliata, ma anche a sindaco e azienda

Addirittura la prima Scia venne sospesa nel 2015. Poi nel 2020 lo stabilimento che si trova nella zona artigianale di Aprilia, venne devastato dalle fiamme alimentate dalla presenza di una quantità di rifiuti, non pericolosi, ammassati in barba alle regole. E’ l’accusa rivolta a tre soggetti, due soci e il rappresentante legale della Loas Italia sotto processo a Latina per una serie di ipotesi di reato in materia ambientale e incendio colposo.
L’altro pomeriggio davanti al giudice monocratico Paolo Romano, sono stati ascoltati alcuni tecnici dell’Arpa ed è iniziato l’esame del comandante dei carabinieri Forestali di Latina Vittorio Iansiti.
I primi hanno dovuto ammettere che, nonostante a poche ore dall’inizio dell’incendio, in tutta l’area vennero installate centraline per la rilevazione dell’aria, sarebbe di fatto impossibile dire, sulla base di quelle rilevazione e soprattutto di quei dati, se vi sia stato inquinamento dell’aria. Non sempre infatti, la presenza per ore di un fungo nero, una colonna di fumo denso e acre, certifica l’inquinamento che deve essere provato con una rilevazione che duri molte più ore di quanto è durata la fase di spegnimento delle fiamme. Non serve misurare per dieci giorni l’aria, se un incendio dura solo poche ore, questa la tesi dell’Arpa.
Inoltre non vi è una indicazione certa che indica sopra quali valori di diossina, benzoapirene e PCB si possa certificare l’inquinamento vero e proprio. Anche se formalmente queste sostanze siano indicate come cancerogene e nocive.
Si è passati quindi all’analisi dei rifiuti presenti, decisamente superiori al consentito e al buon senso.
Il comdnante dei Forestali poi ha introdotto dei dati che si conoscevano solo sommariamente: il più sconvolgente è che la Loas di fatto operava senza una Scia, che era stata sospesa, dal 2015. Il Comune di Aprilia infatti, non l’ha mai sospesa. Addirittura il certificato antincendio dell’azienda risaliva al 2012.
Il Comune di Aprilia - che tra l’altro ha deciso anche di non costituirsi in giudizio contro la Loas - era tenuto, anzi era l’unico ente in grado di far interrompere l’attività. Eppure non l’ha mai fatto per anni. Anzi, cambiò la Pec e dimenticò di comunicarlo al Comando dei vigili del fuoco che inviarono la loro informativa con la sospensione della Scia, alla Pec sbagliata.
Ma quella comunicazione, comunque, venne inviata - parola di comandante dei Carabinieri Forestali - anche all’azienda, alla Prefettura e al sindaco Antonio Terra. Eppure la Loas continuava a lavorare tranquillamente con la Scia sospesa e senza certificato anti incendio. Nessuna azienda in Italia avrebbe potuto farlo.
Dal canto suo la difesa da sempre sostiene che non vi erano quelle irregolarità, sul piano della presenza dei rifiuti nei locali esterni ai capannoni, già colmi, con tanto di pareri favorevoli di Provincia, Comune e Regione.
L’escussione del comandante Iansiti continuerà il 17 gennaio.

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