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Il fatto

Attendono una casa da tredici anni: cento famiglie senza un alloggio popolare

Numerosi i nuclei familiari che dal 2010 sono in lista di attesa. La Commissione ha aggiornato la graduatoria formata da 430 richieste, 5 hanno rinunciato al diritto

Esattamente dieci anni fa venivano consegnati i 48 alloggi di edilizia popolare di nuova costruzione, realizzati in soli quattordici mesi. Una giornata di festa e storica per molte famiglie cisternesi che, dopo una lunga attesa in graduatoria, si sono visti finalmente consegnare le chiavi di un appartamento Ater. Da quel giorno a Cisterna non sono state più realizzate altre strutture destinate a sfoltire un "listone" che annovera 425 nuclei familiari in attesa di una casa. Questo è quanto emerge dall'ultimo aggiornamento delle richieste effettuata dalla Commissione. E il dato che subito balza all'occhio sono le 91 famiglie che aspettano il loro turno da tredici lunghi anni. La richiesta più "vecchia" infatti, risale al 4 novembre 2010 da parte di un nucleo familiare formato all'epoca da tre persone, richiesta presentata esattamente 48ore dopo il nuovo bando CP2010, (pubblicato in data 2 novembre 2010 ndr). Proprio la mancanza di nuove costruzioni ha finito per allungare la graduatoria. E sono i numeri a confermarlo: prima di quel 23 maggio 2013 c'erano 196 richieste, mentre negli ultimi dieci anni sono pervenute 222 domande. Bisogna tener conto tra questi due dati - per completezza di informazione - degli alloggi riassegnati, cioè quelli esistenti e liberati dai precedenti inquilini che in media sono circa dieci l'anno. Tornando al discorso della graduatoria, nell'ultimo periodo sono state 23 le nuove domande, mentre sono state 16 le richieste di aggiornamento e cinque le rinunce.

Da tutto ciò emerge un quadro chiaro quanto preoccupante: l'emergenza abitativa è un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso sia nei piccoli che nei grandi centri. E la mancanza di nuovi alloggi di edilizia popolare è dovuta a diversi fattori, tra cui i pochi fondi a dispetto delle tante richieste, oppure la difficoltà di trovare terreni adatti alla costruzione. Inoltre, la burocrazia spesso rallenta i processi di realizzazione di nuovi alloggi. A tutto questo si aggiunge il fenomeno dell'occupazione abusiva, l'altra faccia della stessa medaglia. Perché spesso a "sfondare" sono le persone regolarmente iscritte in graduatoria che, stanche di aspettare e sull'orlo della disperazione, entrano illegalmente nelle abitazioni vuote per poi autodenunciarsi. Un'azione che sul momento garantisce un tetto sulla testa ma che poi fa perdere automaticamente il diritto di quella casa attesa per anni.

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