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Ambiente

Granchio blu, l'identikit dell' "alieno"

I risultati del progetto “Feamp Inblu, INdagine nel blu”, sulla specie aliena invasiva ormai presente anche nei laghi costieri e nei canali

Se prima imbattersi in un granchio blu poteva essere un evento più unico che raro, ora purtroppo la situazione è completamente cambiata. Le problematiche derivanti dalla massiccia presenza del Callinectes sapidus, specie aliena invasiva, sono davvero molte. Il granchio blu si è spostato rapidamente anche nei laghi costieri e nei canali come segnalato dalle guardie ambientali Vigiles Fipsas che ne hanno rinvenuti alcuni esemplari persino nel Portatore e nel Diversivo Linea Pio VI nel territorio di Terracina. Per quanto riguarda invece la presenza della specie aliena all'interno del Parco Nazionale del Circeo si è concluso nei giorni scorsi uno studio durato un anno, il progetto "Feamp Inblu, INdagine nel blu", coordinato dal Consorzio Universitario Cursa in collaborazione con l'Ente Parco Nazionale del Circeo e i Carabinieri Forestali del Reparto Biodiversità di Sabaudia.

Si è trattato di un'approfondita indagine sullo stato di conservazione della Zona Speciale di Conservazione denominata Fondali tra Capoportiere e Lago di Caprolace nel corso del quale sono state studiate anche la prateria di posidonia presente nella ZSC e le bio-costruzioni del polichete Sabellaria alveolata. La terza fase ha riguardato il granchio blu ed ha previsto il diretto coinvolgimento dei pescatori di Rio Martino nonchè la collaborazione con i ricercatori del progetto nazionale AlienFish. Inblu ha permesso la cattura e la misurazione di diverse centinaia di individui di granchio blu, inoltre sono state testate diverse tipologie di nasse e di esche nonchè il metodo di cattura-marcaggio-ricattura per 13 esemplari di granchio blu catturati nel lago dei Monaci in collaborazione con i Carabinieri Forestali di Fogliano.

"Alla luce degli studi condotti - è stato spiegato dal roject manager di Inblu, Fabio Collepardo Coccia nel corso di un incontro tenutosi nei giorni scorsi presso il Parco Nazionale del Circeo - la situazione appare in costante evoluzione, il granchio blu è ormai ben presente e radicato nel tratto di costa pontino indagato. Il suo numero appare in costante aumento e le femmine, con centinaia di migliaia di uova ciascuna, si stanno spostando dagli ambienti salmastri al mare aperto per la deposizione. I pescatori sono molto preoccupati perché questi granchi, con le loro numerose escrescenze spinose e le loro potenti chele, provocano ingenti danni alle rete da pesca - e poi ancora - La specie appare molto forte e adattabile, con nessun predatore in grado di contenerne il numero. Le prime indicazioni dei dati raccolti fanno presupporre un aggravarsi del problema nei prossimi anni. Al momento la soluzione più immediata, in attesa di comprenderne nel dettaglio la sua biologia in Mediterraneo, appare quella di rendere commerciabile questa specie".

Cosa che sta avvenendo in Emilia- Romagna ma solo all'interno degli impianti di acquacoltura e molluschicoltura dopo il via libera del Ministero dell'Agricoltura e Sovranità Alimentare. Il granchio blu, originario delle coste Atlantiche può vivere fino a 35 metri di profondità su fondali sabbiosi o fangosi, può adattarsi a lagune e ad estuari. Un esemplare maschio può avere un carapace che superi la larghezza di 23 centimetri da punta a punta. A Rio Martino è stato pescato un granchio blu di oltre 600 grammi. Sono arrivati probabilmente per il trasporto delle larve nelle acque di zavorra delle navi. Ed ora sono un'emergenza da affrontare.

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