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Il reportage

Il Teatro Romano offerto al mondo: l'inaugurazione del patrimonio storico

Il sindaco Giannetti: «Tesoro dal valore inestimabile», l'europarlamentare Procaccini: «Un'emozione travolgente»

I presenti ieri mattina in Piazza Municipio, da adesso in poi, potranno dire: «Io c'ero. Ero lì, quell'11 novembre del 2023». Già, perché quella di ieri resterà un'altra data storica, indelebile, per la città di Terracina che ha vissuto l'inaugurazione di risonanza mondiale del Teatro Romano, un patrimonio archeologico venuto finalmente alla luce a distanza di duemila anni grazie al lavoro della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina col contributo scientifico del CNR-ISPC e la collaborazione del Comune di Terracina e della Fondazione Città di Terracina. «Un'impresa ardua, impegnativa. Un lavoro decennale svolto con passione e abnegazione», ha detto il Soprintendente Francesco Di Mario davanti alla folla e alle più importanti autorità militari, civili e religiose, prima di far rivivere nel video proiettato su un maxischermo il percorso che ha portato alla luce gli antichi resti riemersi per la prima volta nel 1943, dopo un terribile bombardamento, e il lungo lavoro di scavo, recupero e restauro svolto dalla Soprintendenza per far rinascere il monumento archeologico prospiciente il tracciato dell'Appia. Un iter cominciato a metà degli anni ‘90 ma che ha ricevuto l'impulso decisivo nel 2017 con il compianto Soprintendente Saverio Urciuoli e sempre seguito dallo stesso Di Mario e dall'archeologo locale Piercarlo Innico.

Sullo schermo si sono succeduti i rinvenimenti, la ricomposizione dei blocchi calcarei dell'antica cavea, i reperti di eccezionale importanza ritrovati (della cui gestione si è occupata la dottoressa Ilaria Bruni) tra cui le basi per statue con dedica a Gaio e Lucio Cesari, figli adottivi di Augusto ed eredi al trono, reintegrate nel parterre della cavea. O come l'ultimo in ordine di tempo: la testa della statua di Giulio Cesare, che riproduce fedelmente il suo volto. Un ritratto unico considerato anche l'eccellente stato di conservazione, che ha consentito di eseguire anche una ricostruzione fotografica di Giulio Cesare, e che ora si potrà visionare nel vicino Capitolium accanto a quelli di Livia e Gaio. «La parte più gratificante del nostro lavoro è restituire alle comunità questi patrimoni», ha affermato Luigi La Rocca, Direttore Generale delle Soprintendenze per il Ministero della Cultura che ha parlato anche a nome del ministro Sangiuliano, assente perché impegnato nei territori colpiti dalle alluvioni. Al suo fianco il sindaco Francesco Giannetti, visibilmente emozionato: «Un evento straordinario per l'intera comunità. Forse non tutti ci rendiamo conto del valore inestimabile di questo tesoro». L'assessore Alessandra Feudi non ha nascosto una consapevolezza: «Adesso inizia il vero lavoro della nostra Amministrazione comunale, perché dovremo valorizzarlo al massimo sotto tutti gli aspetti».

L'europarlamentare Nicola Procaccini, che nelle vesti di sindaco puntò deciso a questo progetto nonostante la pressione del dissesto finanziario, ha ammesso di aver provato dei brividi: «Un'emozione travolgente, figlia di ricordi, di duro lavoro anche a livello burocratico. Ci abbiamo creduto. Questa inaugurazione cambia Terracina per sempre, la riposiziona nel mondo. E onoriamo chi perse la vita nel bombardamento». In conclusione l'evento, presentato dal coordinatore dell'organizzazione Franco Iannizzi, è stato coronato all'interno della struttura (ristretto il numero di invitati per motivi di sicurezza) dal concerto della Roma TRE Orchestra, diretta da Sieva Borzak, organizzato dal Campus Internazionale di Musica.

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