La sinergia
19.11.2025 - 11:00
Una sinergia contro il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nel reticolo di canali che attraversa le campagne della piana di Fondi e derivante da comportamenti illeciti. E’ quella che ha visto in azione nei giorni scorsi il Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest e il Comune di Fondi, che hanno predisposto interventi straordinari in diversi tratti della rete idraulica del territorio comunale. In particolare le operazioni sono state eseguite sul Canale Acquachiara, sull’argine del Lago di Fondi, in località Goffa, e sul Canale San Magno. «L’abbandono dei rifiuti costituisce un problema ambientale e ha conseguenze che coinvolgono ecosistemi, salute pubblica ed economia - hanno spiegato dal Consorzio di Bonifica -. Vengono infatti smaltiti illecitamente, direttamente nei corsi d’acqua e sulle loro sponde, materiali di scarto, plastica, vetro, metalli, rifiuti organici, scarti industriali o edilizi».
Nel caso specifico sono stati rimossi materassi, ferraglie, copertoni, sedili di auto, pneumatici di trattori, bidoni di plastica, mastelli e cassette per piante e interi sacchi di immondizia. «Purtroppo questo malcostume denota una scarsa coscienza ambientale e ne ignora le conseguenze - ha osservato il presidente del Consorzio Lino Conti -. Infatti, tralasciando le ovvie implicazioni di carattere ecologico e ambientale, è opportuno segnalare che il materiale trasportato presso gli impianti di sollevamento arreca danni alle strutture. Inoltre depositandosi in prossimità di ponti e restringimenti, in caso di eventi meteorici di un certo rilievo, può determinare esondazioni e allagamenti».
Il Consorzio, pur non essendo l’ente preposto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, si è mobilitato tempestivamente in collaborazione al Comune di Fondi, mettendo a disposizione personale e mezzi per ripristinare le corrette condizioni di deflusso e tutelare l’ambiente circostante. Lo stesso Consorzio di Bonifica e il Comune di Fondi rinnovano l’appello ai cittadini a non abbandonare rifiuti nei canali e nelle aree limitrofe: «un malcostume - hanno sottolineato in una nota - che provoca danni ambientali, incrementa i costi di manutenzione e può mettere a rischio la sicurezza idraulica del territorio e della sua collettività»
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