21.12.2017 - 20:31
Il contributo delle suore nelle scuole paritarie comunali è ineliminabile. Ma la politica non riesce a trovare una soluzione congiunta per rendere questo concetto, espresso ieri dall'assessore Di Muro, concreto. Perché oggi il consiglio comunale ha discusso per quasi cinque ore su una proposta già vecchia (la mozione era stata presentata un mese e mezzo fa) che era stata superata dalla risposta delle congregazione delle salesiane di Don Bosco alle tre soluzioni trovate dal Comune. «La congregazione non può in alcun modo fare propria la proposta di assumere la gestione della scuola che comporterebbe l'assunzione in toto delle gestione e direzione da parte nostra con relativo pagamento di una retta». Alla fine la mozione di Carnevale ha subito due emendamenti, ma quello dell'opposizione che proponeva di prorogare il contratto alle religiose nell'attesa di calendarizzare la revisione del regolamento e valutare una ipotesi giuridica alternativa, è stata bocciata con i 17 voti contrari di Lbc mentre quella che apportava semplici modifiche volte a rendere il documento un'arma spuntata è passata con i voti della maggioranza e l'opposizione contraria (assente Nicoletta Zuliani che è uscita dall'aula). "La mozione è condivisa – ha detto il capogruppo di LBC Dario Bellini -, ma in questo comune il rispetto delle norme è spesso un problema, poi torniamo ai commissariamenti e agli arresti. Faremo di tutto perché le suore rimangano, votiamo la mozione ma vogliamo emendarla". Il sindaco ha ricordato tutti i guasti affrontati fino ad oggi è che la volontà di tenere le congregazioni nelle scuole è stata sostenuta nel corso di incontri con la Curia. "Sull'importanza delle suore siamo d'accordo tutti. Nel momento in cui questo problema è stato posto all'attenzione - ha detto Coletta - la prima cosa che abbiamo fatto è decidere di risolverlo perché le suore non devono andare via».
Coletta ha però ammesso anche qualche errore, come quello di non coinvolgere l'opposizione in un percorso che doveva contemplare la responsabilizzazione di tutti. «Dovevamo renderli edotti dell'enorme difficoltà tra la normativa e la politica. La politica non deve andare oltre la legge, deve saper mediare. Io ero convinto di avere il risultato in tasca». Da capire anche la posizione del vescovo che, se ha svolto una mediazione, lo ha però fatto senza confrontarsi adeguatamente con le congregazioni di cui avrebbe dovuto conoscere le difficoltà economiche e gestionali. «Con mia enorme sorpresa le congregazioni religiose - ha spiegato il sindaco - hanno detto che non potevano sostenere queste proposte. Mi è stato detto dal Vescovo: «Sindaco non avete nulla da rimproverarvi, l'amministrazione ha fatto il possibile, il problema è relativo a presente e futuro di queste congregazioni in virtù di queste normativa. Purtroppo vi ci siete trovati voi». Sulla stessa linea l'avvocato Di Leginio che ha spiegato come la disdetta delle religiose sia avvenuta anche su sollecitazione della Curia. Ora cosa succede? Al momento rimangono le tre strade tracciate dall'amministrazione: la trasformazione delle scuole paritarie da comunali a religiose con un contributo da parte del Comune di Latina e il pagamento delle rette da parte dei genitori; la partecipazione delle congregazioni religiose a quello che sarebbe un bando di gara ad evidenza pubblica; oppure la gara per l'affidamento della gestione delle scuole con la previsione della clausola sociale per l'impiego del personale religioso. Le salesiane di San Marco si sono già tirate fuori, difficile dire se ci siano spiragli di riapertura. Se i tanti genitori presenti in aula si aspettavano una risposta hanno capito oggi che la politica è rimasta con le mani legate di fronte ai dettami dirigenziali. E cinque ore di discussione e buona volontà non sono servite. La strada è tracciata, non si può tornare indietro.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione