Il caso
07.06.2025 - 10:08
A distanza di quasi sei mesi dal crollo, il marciapiede di via Fabio Filzi è sempre impraticabile, anzi la situazione è peggiorata perché il cedimento si è esteso. E per ora non sembra esserci una soluzione in vista perché le posizioni tra il condominio danneggiato e il Comune sono fin troppo distanti. In maniera sbilanciata oltretutto, perché l’ente municipale pretende che siano gli inquilini dell’edificio antistante a doversi sobbarcare gli oneri di ripristinare il fondo sotto al marciapiede, assicurando dal canto proprio solo la realizzazione della nuova pavimentazione.
Il complesso dei proprietari di appartamenti e uffici invece ravvisa che l’intero ammontare dei lavori di ripristino debba essere sostenuto dall’amministrazione locale, perché il Comune, nella qualità di proprietario e gestore della strada, ha responsabilità evidenti e gravi all’origine dei danni che hanno causato il cedimento. Prima di tutto il marciapiede è una pertinenza della strada e insiste su un’intercapedine sotterranea pertinente all’edificio di fondazione all’angolo con via Gioberti, ma quando quindici anni fa circa era stata realizzata la nuova pavimentazione non era stato realizzato un fondo con la rete metallica necessaria a garantire l’armatura del cemento.
Inoltre erano state estirpate le vecchie piante, senza considerare che le radici si erano infilate nei mattoni del muro esterno di sostegno della copertura dell’intercapedine, sotto al marciapiede. Ad aggravare la situazione è stato poi uno scavo lungo la carreggiata, che ha indebolito ulteriormente il muro di contenimento, fino a piegarlo. A indebolire ancora la sottostruttura è stato il peso delle auto in sosta, fin quando, complice il maltempo, lo scorso gennaio l’intercapedine ha ceduto.
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