L'intervista
14.08.2023 - 12:02
Finora ha dimostrato di saper gestire le sfide difficili. Annalisa Muzio, motore di Fare Latina e ispiratrice attiva di idee e progetti su sport, borghi, marina e turismo, prima candidata a sindaco nel 2021 e oggi assessore della giunta Celentano, ha preso in mano da due mesi un settore incandescente, l'urbanistica, in una città irrisolta e ancora sospesa da 20 anni nella contraddizione tra la direttrice dello sviluppo e dei progetti e quella degli interessi economici.
L'urbanistica a Latina in passato ha causato molti problemi tra piani annullati, permessi a costruire contestati e inchieste. Che idea si è fatta dei problemi che dovrà affrontare?
Innanzitutto se avessi avuto la possibilità lo avrei chiamato l'assessorato della città, quando mi sono insediata ho voluto cambiare il tipo di approccio nei confronti dei temi che lo attraversano e le modalità di lavoro e sto cercando di arrivare ad un assessorato aperto dove ci si confronta, dove si fa gioco di squadra con la commissione urbanistica. Certo riportare la macchina a viaggiare non è stato facile, urbanistica è programmazione e si basa sulla visione che si vuole dare alla città. L'idea che mi sono fatta è che in tanti anni si è rinunciato a programmare e si rimandavano le decisioni, questo ha creato incertezza e alcune scelte hanno prodotto un contrasto rispetto ad una visione collegiale e hanno costretto altri servizi a intervenire in questo settore. Le passate vicende giudiziarie non sono un ambito di mia competenza, ma penso che la politica si debba riappropriare del suo ruolo ed è quello che sto cercando di fare soprattutto nell'urbanistica che è un assessorato politico nel quale il tecnicismo viene utilizzato per mettere a terra la visione politica.
Ha stabilito delle priorità con la giunta e quali sono?
Adesso la priorità è uscire da questa situazione implementando la dotazione del personale e favorendo una soluzione delle criticità con un dialogo costante con gli uffici, con le associazioni, gli ordini professionali e i cittadini. E' stata costituita la consulta degli ordini professionali per questa ragione, è un organo che si riunisce ogni mese. L'approccio deve essere di confronto costante con la città e gli operatori.
L'amministrazione di centrodestra intende sbloccare la questione dei piani annullati dal commissario Barbato nel 2016 e che strada si sta seguendo?
L'amministrazione intende portare avanti il tema dei piani particolareggiati annullati con urgenza, non è un caso che abbiamo affrontato da poco il Ppe di Borgo Podgora, sul quale, come per gli altri, è indispensabile costruire un percorso politico che coinvolga tutti gli organi come commissioni e consiglio. E' fondamentale avviare un iter trasparente ed efficace per non vedere annullato un lavoro che ha vissuto di passaggi non portati a termine correttamente. I prossimi Ppe che porteremo in commissione a settembre sono R3 e R6. I contenziosi sono una cosa e la pianificazione urbanistica è un'altra, sono due binari paralleli. C'è anche da dire che ho trovato l'ufficio di piano fortemente depotenziato e da riorganizzare e che si sta lavorando per ricostituirlo soprattutto nel numero dei professionisti attraverso consulenze esterne.
Ci sono molti contenziosi in corso importanti sulle vicende Globo, Svar e i ricorsi vinti da alcuni costruttori su comparti delicati. Che indirizzo state dando all'avvocatura?
La mia formazione ventennale di avvocato mi aiuta a considerare ogni contesto con particolare attenzione. Giunta e sindaco stanno valutando le singole pratiche in un settore dove facilmente si annida il contenzioso e nel quale si è fatto finta di nulla per troppo tempo, ma lo fanno senza perdere di vista l'obiettivo di dare risposte. Abbiamo ereditato situazioni che hanno lasciato parti di città incompiute e non ce lo possiamo più permettere. Stiamo valutando con l'avvocatura la possibilità di transazione laddove sia possibile e conveniente per il Comune. E' necessario però capire che il privato che investe non deve essere considerato un nemico aprioristicamente, ma può essere anche una risorsa da sostenere e con la quale dialogare. Il partenariato pubblico e privato è il futuro, l'approccio è sempre il dialogo.
Ora c'è una possibilità importante offerta attraverso la convenzione con la Regione Lazio per la delega al Comune delle funzioni di pianificazione urbanistica, cosa cambia per l'amministrazione?
I passaggi non cambiano, l'iter per arrivare a una variante è identico, ma non ci servirà più attendere il parere vincolante della Regione, sarà sufficiente che la procedura compia i suoi passaggi in commissione e in consiglio comunale. Faremo una convenzione con la regione di cinque anni e ci interfacceremo con un apposito ufficio istituito in Regione portando avanti in house, diciamo così, tutte le procedure, dai regolamenti edilizi ai piani alle varianti. Se vogliamo la sburocratizzazione ci dobbiamo prendere delle responsabilità, ora porterò il testo della delibera in commissione e a settembre si potrà procedere.
Molti fondi del PNRR sono dedicati alla rigenerazione urbana, con le attuali risorse lavorative del Comune e con la pianificazione datata, due possibili impedimenti, c'è il rischio di perdere questi fondi come è già accaduto in passato?
Il rischio c'è, ma faremo di tutto per non perdere quei finanziamenti perché sono vitali per la città. Purtroppo ci sono carenze importanti sul fronte del numero dei dipendenti e dei ritmi dell'attività lavorativa. Quello che posso dire è che stiamo velocizzando i processi autorizzativi e mettendo mano alla macchina amminstrativa che va implementata e ricucita per poter lavorare in maniera più serena, rapida e incisiva.
Latina ad oggi ha un centro poco attrattivo e che ha perso molte delle sue funzioni e non è chiaro che visione e prospettiva di città debba offrire al di là del dibattito tra isola pedonale e ztl, quale è la vostra idea di valorizzazione del centro storico?
A me piacerebbe spostare l'attenzione sulla progettualità che è il mio campo. La pianificazione e la rigenerazione del centro non coincide solo con la ztl, ma riguarda un perimetro più allargato che coincide con tutta la zona rossa interna alla circonvallazione. Oggi l'indirizzo della maggioranza è univoco e unitario, dobbiamo arrivare ad una pedonalizzazione del centro che non è quella sperimentata fino ad oggi, carente sotto molti punti di vista. In questa nuova visione urbanistica offriremo un dato progettuale su cui commercianti e cittadini diranno la loro facendosi promotori del cambiamento attraverso iniziative ed eventi condivisi. Una visione in cui ogni negozio, se pensiamo ad esempio al commercio, dovrà trasformarsi in luogo per dialogare con chi viene in centro, in un punto di riferimento delle iniziative. Non solo il centro ma tutta la città deve viaggiare in questa direzione, quella dell'utilizzo degli spazi pubblici in modo aperto e sostenibile in linea con le indicazioni che ci vengono dall'Europa. Presenteremo un progetto che riguarderà la riqualificazione di tutto il centro tra aree verdi, parcheggi, palazzi da riqualificare e che coinvolgerà in maniera trasversale tutti i settori comunali. E' già iniziata l'interlocuzione con la Soprintendenza per il centro e partiremo proprio da questo progetto.
Leonardo Valle di Cethegus è stato critico sulle possibilità di sviluppo del territorio di recente, richiamando ad una pianificazione più moderna ed agile. In particolare ha detto: «Non siamo più la seconda città del Lazio da decenni, siamo città Capoluogo per burocrazia». Che ne pensa?
Le critiche se costruttive vanno tutte considerate. Il signor Valle è il benvenuto negli uffici per suggerimenti che siano percorribili, realizzabili e sostenibili. Rispetto alla burocrazia andiamo noi dal legislatore per sollecitare norme più veloci e, quando ci sono, come nel caso della legge delega di esercizio di funzioni in materia urbanistica ai Comuni di novembre 2022, dobbiamo avere il coraggio di adottarle per snellire iter complessi e lunghi.
Latina è candidata a Capitale italiana della cultura 2026. Su questo percorso e sul fatto che Latina abbia chance di farcela ci sono molti scettici tra gli stessi cittadini nel dibattito pubblico. Perché secondo lei?
Io in realtà annovero tante associazioni e tanti operatori del settore, oltre sessanta, che stanno sostenendo la candidatura. Siamo in una fase di raccolta dati e di informazioni sul territorio, tantissime anche le risposte al questionario online, per la preparazione del dossier che dovrà essere consegnato a fine settembre. Rispetto alle possibilità di farcela, ci sono oltre 26 comuni che partecipano e non credo che ognuno lo faccia pensando di avere chance al cento per cento di vincere. E' una strada che gli amministratori percorrono per promuovere il proprio territorio, per unire la loro comunità su un progetto, per avviare un percorso e un circuito di respiro nazionale in cui Latina non è mai stata e che possa essere utile alla rinascita di una comunità. Sa cosa penso? Che la vittoria sta nel superare le disillusioni che sono purtroppo insite nel nostro modo di vedere la città, ed è questo sguardo che deve cambiare.
E a proposito di questo sguardo che città state pensando di proporre, quella che è stata in questi anni o quella che vorreste che diventasse in futuro?
La città che vedo io e che vorrei proporre è la sintesi tra quella che è stata in un passato remoto e la sua proiezione nel futuro. Abbiamo caratteristiche che ci rendono unici sotto il profilo architettonico, sociale e culturale, siamo il frutto di una comunità laboriosa che viene dall'agricoltura e dalla bonifica e che lì non si è fermata, andando incontro al futuro. Per questo Verona ci ha scelto. Questa è una città che deve imparare a raccontarsi e a credere in se stessa con coraggio.
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