L'intervista
20.11.2023 - 17:00
La gestione dei rifiuti e l'aumento della Tari che i cittadini si trovano in bolletta in scadenza il 5 dicembre sono diventati tema politico di scontro nelle ultime settimane tra maggioranza e opposizione. Ne parliamo con Mario Faticoni, presidente della commissione bilancio, tra i primi a segnalare a maggio scorso i rialzi del Pef e gli inevitabili effetti sulle bollette.
La Tari è aumentata del 30% per decisione del commissario, però il centrosinistra continua ad accusarvi. Cosa avrebbe potuto fare il centrodestra per correggere il tiro?
L'aumento della Tari è un fatto grave e inaccettabile che ha colpito tutti i cittadini di Latina. Purtroppo il Pef dei rifiuti è stato deliberato prima delle elezioni come il bilancio preventivo, dunque la bollettazione della Tari era già stata completata. Già per il servizio reso non è che la tariffa fosse bassa, anche un aumento minimo sarebbe stato grave, figuriamoci del 30%. 10 milioni di aumento sul Pef, 3 milioni per costi e 7 milioni di crediti di dubbia esigibilità. Il commissario aveva due strade: ammortizzare l'aumento con il bilancio, tagliando spese per servizi, oppure caricarlo sul Pef e quindi sulla bolletta. Chi del centro sinistra ha attaccato il commissario quando nel 2022 con i poteri del consiglio, nonostante Coletta fosse stato proclamato sindaco, prese risorse dal bilancio per dare quasi 2 milioni di euro in più ad Abc per previsioni di raccolta differenziata rivelatesi sottostimate? Nessuno... Il centro sinistra attaccandoci ammette di aver sbagliato nella gestione dei rifiuti in generale.
A proposito di questo, dieci milioni di incremento sul Pef possono essere solo il frutto di una scelta di pochi mesi fa? Andiamo a ritroso...
Oggi, per loro, è sorto un problema che, in realtà, esiste da tempo e che è figlio, soprattutto negli ultimi anni delle loro scelte. Oggi potrei dire che sono loro quelli di prima oppure che avevo previsto e denunciato l'aumento Tari il 12 maggio, prima delle elezioni, ma i cittadini meritano risposte concrete e realistiche non un botta e risposta propagandistico. Le variabili che impattano maggiormente sul Pef sono il piano industriale dell'azienda speciale e la gestione del tributo Tari. Per quanto riguarda il primo avevamo già manifestato le nostre critiche. Se consideriamo che nel 2019 dovevamo stare al 65 % di differenziata e oggi non arriviamo nemmeno al 50%. Non serve certo un top manager per capire che qualcosa non ha funzionato. Però in base a quelle previsioni sono stati fatti degli investimenti e sostenuti costi ingenti. Il contratto di Abc vale circa 17,5 milioni di euro e prevede che l'azienda speciale sia affidataria non solo della raccolta dei rifiuti, ma anche dell'igiene urbana e dello sfalcio dell'erba sui marciapiedi. Gli ultimi due servizi sono evidentemente stati trascurati per concentrarsi sul porta a porta spinto. L'altra variabile, ovvero, la gestione del tributo ha lasciato alquanto a desiderare. Abbiamo una banca dati non bonificata e tante utenze non censite. L'andamento del fondo crediti di dubbia esigibilità lo dimostra: 5 milioni nel 2019, 9 milioni nel 2021 e 13 milioni nel 2023. Un rinvio del problema che, per ironia della sorte, colpisce proprio quei cittadini che pagano il tributo.
Ora il Pd propone una rateizzazione... E' importante ricordare ai cittadini, e forse anche a qualche politico dell'opposizione, che chiunque ne abbia bisogno può già richiedere la rateizzazione della rata a saldo, come previsto dall'art 29 del regolamento Tari.
L'assessore al bilancio ha spiegato che il commissario ha scelto di non caricare quei costi sul bilancio comunale, allora come si arriverà a ridurli per ridimensionare il Pef?
Scaricare 7 milioni di euro sul bilancio avrebbe messo a serio rischio l'equilibrio economico e finanziario dell'ente. Come ho già tante volte detto, Abc non è un S.p.a. e dunque non può fallire, ma può mandare in dissesto il comune. Oggi bisogna intervenire sul piano industriale e sulla gestione del tributo. Queste sono le aree su cui si sta lavorando per dare ai cittadini un servizio che funzioni ad un prezzo ragionevole. Aumentare le percentuali di differenziata è importante, ma è lo è anche attenti a non far lievitare i costi, come invece è successo, nonostante risultati operativi ben al di sotto delle aspettative.
Sarà importante lavorare sulla riscossione del tributo, per ridurre gli accantonamenti al fondo crediti dubbia esigibilità, bonificando la banca dati, censendo le utenze e implementando le operazioni di acccertamento. L'impegno è quello di abbassare la bolletta già dal prossimo anno.
Quale è il suo giudizio su Abc e sul servizio di raccolta dei rifiuti dopo sei anni di esercizio?
Una scelta politica. Più differenzi meno paghi, però nei fatti non è stato così, perché il discorso è molto più complesso e riguarda l'azienda speciale e vari settori dell'ente. Una scelta in house deve essere economicamente più vantaggiosa rispetto ad una scelta di mercato oltre a generare delle esternalità positive per la collettività. Va poi sottolineato che senza chiudere il ciclo dei rifiuti con un impianto, stiamo facendo solo un discorso parziale. Il bilancio consuntivo 2021 di Abc, grazie alla deroga Covid prevista dalla legge di bilancio ha evitato una perdita di mezzo milione di euro, per quello 2022 ancora non è iniziato l'iter di approvazione, quindi vedremo, anche alla luce delle risultanze della due diligence. Il mio giudizio personale conta poco, ma non capisco perché ci si ostini a chiamare l'attuale metodo di raccolta ‘porta a porta', visto che non ne ha i requisiti, ma è un pensiero mio...
Oggi ci sono gli stessi vertici che hanno portato al piano industriale che ha prodotto questi risultati. Come vigilerà l'amministrazione sul prossimo consiglio di amministrazione?
L'attuale Cda di Abc scadrà a novembre. Il nuovo avrà grandi responsabilità e dovrà fare i conti con la gestione passata. Andranno scelte persone con professionalità e competenze di alto profilo che dovranno essere parte del processo di ideazione del nuovo piano industriale, fondamentale per prevedere la differenziata senza mastelli al centro e nelle zone densamente abitate.
Abc ha parlato nel convegno al Cersites di trenta postazioni con cassonetti intelligenti. Sarà questa la strada battuta?
Abc presenta il piano industriale, sarà poi l'amministrazione, espressione del voto dei cittadini, a valutarlo. La raccolta differenziata con il mastello è irrealizzabile in termini di costi al centro e nelle zone con alta densità abitativa. Per estendere l'attuale piano industriale (quello del 2019) al centro sarebbero serviti 5 milioni di euro, quindi, solo per fare un esempio, il nostro Pef sarebbe arrivato a 41 milioni. Sono numeri ingestibili per il comune di Latina e per le tasche dei cittadini. Per questo va ripensato il metodo di raccolta e la gestione del tributo. Portare la differenziata al centro, contenendone i costi, permetterà di godere del risparmio derivante dal minor conferimento di indifferenziato e poter abbassare il Pef e quindi la bolletta, dando così risposte concrete ai cittadini
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