Il fatto
29.01.2025 - 17:15
Due giovanissimi Jannik Sinner e Giulio Zeppieri
Abbiamo voluto raccontarvi il “nostro” Jannik Sinner, attraverso le testimonianze di chi lo ha visto nascere, tennisticamente parlando, e in un amen spiccare il volo dalle “polveri” dei Futures e dei Challenger, sino all’altare degli Slam. «Abbiamo condiviso l’esperienza giovanile insieme - ci ha spiegato Giulio Zeppieri, che contro di lui vinse una semifinale ai campionati italiani Under 16, prima di dividere il successo in doppio - Abbiamo giocato diversi tornei insieme, facendo coppia in doppio. Ora, ovviamente, ci siamo persi un po’ di vista, si sta molto meno tempo insieme, ma ricordo con piacere una trasferta in Spagna. Eravamo piccoli e magari all’inizio, quando ancora non lo conoscevi, poteva sembrare introverso su alcune cose, poi ti accorgevi che era un bravissimo ragazzo e molto simpatico. Abbiamo passato diversi momenti belli insieme.
Da Giulio Zeppieri a Piero Melaranci, tecnico federale, “deus ex machina” del Capanno Tennis Academy ed ex coach proprio di Giulio: «Lo conosco da quando aveva 14-15 anni. Nel progetto della Federazione c’era quello di far giocare Giulio con Jannik, vinsero qualche torneo, tra i quali i campionati italiani Under 16. Poi lui fece un’altra scelta, optando per i tornei Itf Pro e Challenger da subito e da lì iniziò la sua scalata. Adesso - ha proseguito Melaranci - si parla tanto dell’atteggiamento che ha in campo, da ragazzino era abbastanza ‘fumino’. Jannik aveva tutte le qualità per giocare, un time sulla palla incredibile. Quella che oggi lo fa essere il più forte».
Infine Daniele Silvestre, tecnico federale e responsabile delle Under 18 al Centro Tecnico di Formia all’interno del Cpo: «Ho avuto il piacere di conoscere Jannick quando ero responsabile del settore under 18 maschile a Tirrenia. Nella mia prima esperienza lavorativa in Federazione, mi occupavo in particolar modo dei nati 2000/2001 .
Se, come spesso purtroppo accade in età giovanile, avessimo analizzato solo i risultati, a 16 anni, Jannick non era il migliore. Un esempio su tutti, il ricordo dei campionati italiani Under 16 nel 2017 a Mantova vinti dal nostro Giulio Zeppieri che sconfisse Jannick in semifinale e che conquistò il titolo di doppio proprio in coppia con lui. A livello personale però rimasi subito colpito da due aspetti che per me lo contraddistinguevano da tutti. Il primo era il focus sul percorso di crescita: Jannick era completamente concentrato sul lavoro e poco sui risultati del momento. Il secondo, per me più rilevante, l’incredibile capacità di apprendere dalle sconfitte. Non credo di aver mai visto un giocatore così giovane trarre miglioramenti dalle sconfitte. Perdere un incontro e rientrare in campo ad allenarsi pochi minuti dopo. Il percorso di Jannick è stato completamente differente rispetto ai suoi coetanei. Ha giocato pochissimo a livello Juniores e il suo obiettivo è sempre stato quello di confrontarsi con i migliori. Differentemente dagli altri, è passato ad un’attività Pro con Futures e Challenger. Oggi che è il numero 1 indiscusso del tennis mondiale sono convinto che non avrà perso la voglia di migliorarsi ogni giorno e questo potrebbe rendere i suoi risultati costanti nel tempo».
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