L'intervista
18.03.2025 - 18:00
Cristian Nardecchia in visita nella nostra redazione
Sessanta ore senza sosta, la water bike, 180 miglia, il mare con tutte le proprie incertezze: il resto dipenderà da lui, dalle sue gambe, dalla sua testa. Cristian Nardecchia e quella innata voglia di stupirsi, prima di stupire. Taciturno, meticoloso, professionale oltre i limiti consentiti, pronto a far parlare la verità, sotto forma di desiderio nel vedere i propri sogni, diventare realtà. La partenza del team, che potrà subire delle variazioni causate dal meteo, è prevista per il prossimo 7 giugno, mentre l’avventura di Nardecchia dovrebbe iniziare il mattino del 9, con data di arrivo prevista il 12 a Sabaudia presso l’Oasi di Kufra.
Cristian Nardecchia, l’impresa per la quale stai lavorando da tre anni, è pronta a bussare alla tua porta. Tutto pronto per questa traversata, che lo scorso anno venne annullata non certo per motivi legati al meteo. Quanta carica c’è in te proprio per dimostrare che non era affatto vero quello che si disse lo scorso anno?
"Tanta, ve lo assicuro. Il desiderio di rendere concreto un progetto che ho in mente da tre anni, mi aiuta ad andare avanti ogni giorno, consapevole e convinto che il mio sogno, alla fine, si realizzerà".
Al tuo fianco un team di sicuro affidamento, arricchito dalla presenza di un ‘uomo di mare’ come pochi: Andrea Scarpa.
"La sua presenza, non lo nascondo, mi tranquillizza molto. Andrea è un uomo pratico, esperto di mare, un’arma più per la riuscita dell’impresa".
Le difficoltà nel portare a termine un’impresa del genere sono esclusivamente legate al meteo?
"Il mare è complicato e chi come Scarpa lo conosce bene, sa perfettamente che bisogna portargli rispetto. Lo sbalzo termico, la disidratazione, sono fattori che possono determinare, o meno, la buona riuscita di un progetto come questo. Ripeto, il mare è maledettamente complicato, ma sarò in grado di domarlo".
I leoni da tastiera sono quelli che, immaginiamo, ti hanno detto più volte: “Ma chi te lo fa fare?”. La risposta di Nardecchia?
"Ognuno coltiva i propri sogni. C’è chi ne ha tanti, chi nessuno, ma la libertà di pensiero, è sacra. Questa traversata è, per me, la cosa più giusta da fare. Sono tre anni che ci penso, ora voglio che il cerchio si chiuda".
Il record, secondo tabella, si concretizzerà al porto turistico ‘Riva di Traiano’ di Civitavecchia, dove l’arrivo è previsto la sera alle 22 di martedì 10 giugno dopo 38 ore di viaggio e 112 miglia percorse. Però...
"Non mi fermerò, questo è sicuro. Prima arriverò al porto turistico di Roma (Ostia) e successivamente tirerò diritto sino all’Oasi di Kufra a Sabaudia. Sono legato alla mia terra più di ogni altra cosa e il mare di Sabaudia, che oggi mi coccola e supporta a dovere il mio sogno, sarà il punto d’arrivo della traversata. Partirò dal porto turistico di Toga Bastia Corsica con un unico obiettivo: quello di abbracciare le persone a me care all’Oasi di Kufra".
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