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Il fatto

Tentata estorsione all’azienda Casale del Giglio, rinviato a giudizio un hacker di Trieste

Chiedeva da 20 a 200mila euro: in tutta Italia diverse cantine avevano ricevuto le stesse minacce

Tentata estorsione all’azienda Casale del Giglio, rinviato a giudizio un hacker di Trieste

Decine di aziende vinicole e delle acque minerali, ma anche catene di supermercati, tra il 2022 ed il 2023 hanno ricevuto mail, provenienti da account anonimi e schermati da server all’estero, con gravissime minacce: pagate o avveleno il vino e l’acqua. Una minaccia grave in cui si faceva esplicito riferimento al tallio e al cianuro spesso accompagnata da video esplicativi delle modalità con cui sarebbe stata realizzata. Per non farlo l’hacker chiedeva tra i 20 e i 200 mila euro sempre in cryptovalute. Tentativi di estorsione, sì perché nessuno ha mai pagato. Tra queste figurano la Ferrarelle, i produttori di Sassicaia, ma anche la cantina di Bruno Vespa e, in terra pontina, la cantina Casale del Giglio di via Le Ferriere. Per questo il giudice Giuseppe Cario ha rinviato a giudizio l’hacker 48enne - già condannato a Roma a 4 anni per un’accusa identica - David Sirca rappresentato dall’avvocato Francsco Vasaturo. Lui, ammettendo la propria attività di hacker, ha sempre negato di portarla avanti con queste modalità e minacce alla salute pubblica. Prima udienza il 9 dicembre.

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