I loculi sono finiti ma nel cimitero di Monte San Biagio non si possono costruire nuove tombe. Il cimitero, a questo punto, rischia la chiusura per inagibilità e, con una voluta provocazione, il sindaco Federico Carnevale lancia la provocazione di seppellire i defunti nei Comuni vicini, sempre che questi siano disposti a dare un aiuto. La situazione non è certo nuova, anzi si trascina da anni. Ma ora è arrivata a un punto di non ritorno: il sindaco ha incassato l’ennesimo parere negativo sui lavori e questa volta non resta a guardare. Ha già scritto al presidente della Regione Lazio, alla prefettura di Latina e al ministro dei Lavori pubblici. Non solo, per denunciare quello che a suo avviso rappresenta un clamoroso errore di interpretazione della normativa, ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Latina.

Il braccio di ferro

Si va verso lo scontro frontale. Da una parte il Comune, dall’altra l’Autorità dei bacini regionali del Lazio. Nel documento inviato, tra gli altri, a Procura e prefettura, Carnevale ammette che al cimitero si rischia il blocco delle sepolture. «Il numero dei loculi disponibili è assai limitato – scrive – e anche le strutture provvisorie non possono far fronte alla media annua di sepolture registrate nel Comune, circa 50-60 ogni anno». Il Comune non ha sottovalutato il problema, tanto che la questione va avanti da almeno tre anni. A fronte di una autorizzazione del Genio civile di Latina del 2013, lo scorso anno gli uffici municipali avevano richiesto un parere all’Autorità dei bacini per l’edificazione di nuovi loculi all’interno del cimitero sull’Appia. A maggio dello scorso anno l’Autorità negava il permesso, sostenendo che la costruzione delle tombe non rientrava nelle tipologie di interventi consentiti. Secondo l’Autorità, l’edificazione avverrebbe in violazione del Pai (il Piano di assetto idrogeologico). E qui comincia il braccio di ferro tra cavilli interpretativi, commi e difficoltà di comunicazione. Il sindaco chiarì subito che nel progetto per cui si chiedevano i permessi non era previsto alcun ampliamento della struttura già esistente, sottolineando come la costruzione dei nuovi loculi era – ed è tuttora – indispensabile per ragioni di igiene pubblica. 


Sorteggi, cappelle in prestito e prefabbricati
Tutta colpa di un comma

Passano i mesi e il Comune, tra un carteggio e l’altro, è costretto a fronteggiare l’emergenza con soluzioni tampone anche curiose. Prima si fa “prestare” le cappelle dai privati, poi propone dei sorteggi per l’assegnazione delle tombe provvisorie. Infine, quando neppure più questo basta, paga fior di quattrini per la realizzazione di loculi prefabbricati. Eppure, sostiene Carnevale, tutto questo si sarebbe potuto evitare. Tutta colpa di un comma del regolamento a cui fa riferimento l’Autorità dei bacini, sostiene il primo cittadino. L’area cimiteriale, infatti, viene classificata come a “pericolo di frana molto elevato”, il che escluderebbe ogni forma di nuova edificazione. Ma, ad avviso del primo cittadino e col supporto di perizie legali, il comma di riferimento sarebbe il secondo, per cui l’area rientrerebbe in quelle classificate come a “pericolosità molto elevata”. Tipologia, quest’ultima, che consentirebbe interventi su infrastrutture esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità. «L’area in cui si trova il cimitero – denuncia Carnevale – si trova nella seconda categoria e non nella prima, come riportato dall’Autorità, e lo dimostra anche la cartografia». Un errore sostanziale e che sta compromettendo il funzionamento di un servizio indispensabile per la collettività. 

L’esposto: «Applicata una norma errata»

L’ultima mazzata è arrivata nei giorni scorsi quando l’Autorità ha espresso l’ultimo parere negativo rispetto alle istanze del Comune, «senza alcun riferimento alle note e ai chiarimenti già inoltrati» scrive il sindaco. «Ancora una volta, dunque, nonostante le osservazioni fornite in via ufficiale, senza spiegazione né motivazioni, l’Autorità dei bacini ha applicato una norma errata ostacolando di fatto la necessaria e improcrastinabile costruzione di nuovi loculi all’interno del cimitero esistente (già autorizzata dal Genio civile)». Il primo cittadino a questo punto minaccia iniziative legali e azioni di forza.Â