Tutto pronto per Immuni, la App che il Governo ha voluto introdurre per fronteggiare l'emergenza Coronavirus in questa Fase 2.
Il Garante della privacy, infatti, ha dato l'ok all'introduzione dell'applicazione sul mercato e presto sarà possibile scaricarla da Play Store ed Apple Store. Tra qualche ora, di fatto, i cittadini la troveranno a loro disposizione e inizierà la sperimentazione che, per il momento, interesserà solo quattro regioni (Abruzzo, Puglia, Liguria e Marche), anche se nel giro di qualche settimana potrà essere utilizzata da tutti.
Tanti, però, sono i dubbi che ruotano proprio attorno all'utilizzo di questa App. Ed è per questo che abbiamo pensato di fornire delle risposte ad alcune domande ricorrenti.
Cos'è Immuni?
Immuni è una App creata per aiutare la popolazione a combattere le epidemie e si propone di avvertire i cittadini potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici. "Questi utenti possono poi isolarsi per evitare di contagiare altri - si legge sul sito ufficiale della App -. Questo minimizza la diffusione del virus e, allo stesso tempo, velocizza il ritorno a una vita normale per la maggior parte della popolazione. Venendo informati tempestivamente, gli utenti possono anche contattare il proprio medico di medicina generale prima e ridurre così il rischio di complicanze.
Dove si scarica Immuni?
La App Immuni è disponibile esclusivamente su Play Store ed Apple Store. Se ricevete mail che vi invitano a scaricare la App cliccando su un link fate attenzione: si tratta di un tentativo di truffa.
Immuni è a pagamento?
No, Immuni è completamente gratuita.
Cosa accade quando si installa Immuni?
Attraverso la App lo smartphone emette un segnale Bluetooth con all'interno un "identificativo di prossimità". Quando due segnali entrano in comunicazione fra loro, ogni cellulare memorizza l'identificativo e mantiene traccia di quel contatto, della sua durata e della distanza fra gli smartphone.
I dati personali e sensibili sono protetti?
Vale la pena leggere cosa c'è scritto sul sito di Immuni: "L'App non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire alla tua identità. Per esempio, non ti chiede e non è in grado di ottenere il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. L'App non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS. I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo. Il codice Bluetooth Low Energy trasmesso dall'App è generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né su di te. Inoltre, questo codice cambia svariate volte ogni ora, per tutelare ancora meglio la tua privacy. I dati salvati sul tuo smartphone sono cifrati. Le connessioni tra l'App e il server sono cifrate. Tutti i dati, siano essi salvati sul dispositivo o sul server, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020. È il ministero della Salute il soggetto che raccoglie i tuoi dati. I dati verranno usati solo per contenere l'epidemia del Covid-19 o per la ricerca scientifica. I dati sono salvati su server in Italia e gestiti da soggetti pubblici".
Immuni condivide o vende i dati personali di chi la scarica?
"I dati - si legge sul sito della App - sono controllati dal Ministero della Salute. In nessun caso i tuoi dati verranno venduti o usati per qualsivoglia scopo commerciale, inclusa la profilazione a fini pubblicitari. Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all'epidemia. Non è esclusa la condivisione di dati al fine di favorire la ricerca scientifica, ma solo previa completa anonimizzazione e aggregazione degli stessi".
Chi gestisce Immuni?
Immuni è una App gestita dal Governo. Questo si legge sul sito della App: "Immuni è l'app di notifiche di esposizione del governo italiano, sviluppata dal Commissario Straordinario per l'Emergenza Covid-19 in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione. Per Immuni, il governo italiano si avvale di una licenza perpetua e irrevocabile su tutto il codice, le grafiche, i testi e la documentazione concessa a titolo gratuito da Bending Spoons S.p.A. Sotto il coordinamento del Ministero della Salute e con il supporto del Dipartimento per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, lavorano al progetto le società a controllo pubblico SoGEI S.p.A. e PagoPA S.p.A. insieme a Bending Spoons S.p.A., che continua a fornire un servizio di documentazione, design e sviluppo software, sempre a titolo completamente gratuito e senza autorità decisionale o accesso ai dati degli utenti.
Tutti possono usare Immuni?
La App può essere utilizzata dalle persone con età superiore ai 14 anni. Per i minori di 18 anni serve il permesso dei genitori o di chi ne fa le veci.
E' obbligatorio usare Immuni?
No, non è obbligatorio. Il Governo, però, ne consiglia vivamente l'utilizzo e di invitare parenti e amici a fare lo stesso. "Immuni è uno strumento importante nella lotta a questa terribile epidemia e ciascun utente ne aumenta l'efficacia complessiva".
Immuni, Bluetooth e modalità aereo: cosa fare?
La App Immuni funziona solo se il Bluetooth resta acceso. Dunque, se si inserisce la Modalità Aereo sullo Smartphone, l'importante è tenere il Bluetooth acceso.
Immuni necessità di traffico dati sullo smartphone o di una connessione Wi-Fi?
Generalmente no. Va però evidenziato che ogni giorno, la App scarica le nuove chiavi crittografiche dei dispositivi degli utenti positivi al Coronavirus per controllare se si è stati esposti a loro ed eventualmente avvertire chi lo ha fatto. "Puoi aspettarti che questa operazione consumi fino a qualche megabyte di traffico dati al giorno - si legge sul sito della App -, più o meno come caricare una pagina di un sito con qualche foto".
Cosa succede in caso di contagio da Coronavirus?
Se chi ha scaricato la App risulterà positivo al Covid-19, sarà un operatore sanitario ad aiutare l'utente a caricare su un server le chiavi crittografiche che consentono di individuare l'identificativo di prossimità. "Per ogni utente - chiariscono sul sito di Immuni -, la App scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche inviate dagli utenti che sono risultati positivi al virus. L'App usa queste chiavi per derivare i loro codici casuali e controlla se qualcuno di quei codici corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l'App di un cittadino troverà il codice casuale di un contagiato, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, avvertirà il cittadino in questione".
Immuni traccia gli spostamenti di chi la installa?
No. "Il sistema di notifiche di esposizione di Immuni - ricordano sul sito della App - si basa sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non raccoglie dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. Immuni non è in grado di sapere dove vai o chi incontri".
Si frequenta una persona, ma non si vuole farlo sapere. Immuni è in grado di svelarlo?
No. E anche qui ci viene in aiuto il sito della App: "Il sistema è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. I codici che gli smartphone si scambiano sono generati in maniera casuale e cambiano svariate volte ogni ora. Di conseguenza, l'App non può determinare dove sia avvenuto un contatto né coloro che vi hanno preso parte. La tua privacy è tutelata".
La batteria dello smartphone si scaricherà più velocemente con Immuni?
Su questo non ci sono dati "scientifici". Se, infatti, usare costantemente il Bluetooth porta a un consumo maggiore di batteria, va anche detto che il sistema utilizza il Bluetooth Low Energy e dunque dovrebbe garantire un basso consumo di batteria.
Si può cambiare la lingua della App?
Attualmente Immuni supporta solo l'italiano e l'inglese.