Gli studenti di Aprilia chiedono a gran voce la riapertura della biblioteca comunale di via Marconi. A dare voce alla legittima istanza del mondo giovanile e culturale della città è stata una studentessa universitaria, Sara, che con un post su facebook ha interpretato il malcontento di un'intera generazione per la mancanza di informazioni sulla possibile riapertura. «Hanno riaperto i bar. Hanno riaperto parrucchieri ed estetisti. Hanno riaperto - scrive Sara - i negozi. Hanno riaperto le spiagge. Hanno riaperto le associazioni sportive e i musei. Hanno riaperto le palestre e il 15 riapriranno anche i cinema. Con tutte le dovute precauzioni, gli accorgimenti e le regole per convivere con il problema del Covid-19. In tutto ciò, la biblioteca comunale Manzù rimane chiusa. Rimane chiusa e non ci è dato sapere fino a quando, perché, in sostanza, non interessa riaprirla: questo è il messaggio che si veicola quando le istituzioni non danno informazioni, non comunicano decisioni e non danno aggiornamenti. Il sindaco annunciò in un'intervista che l'avrebbe riaperta il 18 maggio. Siamo al 1 giugno. Sapete se la si sta mettendo in sicurezza? No, non ci è dato sapere. Le due sale al piano terra potrebbero essere riconvertite ad aule studio, così da permettere lo stesso afflusso di studenti ma in tutta sicurezza. Lo si è pensato? Non ci è dato saperlo. Non si sa». Un intervento che in realtà è soprattutto una riflessione di come, ad Aprilia come in altri parti d'Italia, gli spazi culturali e la cultura in generale siano sempre relegate al ruolo di «cenerentola», all'ultimo posto nella scala delle priorità di un Comune. «La frase - continua - che più mi sono sentita dire è ‘aspettiamo e vediamo'. Ma basta. Sempre ad aspettare, sempre a non curarsi dei siti culturali, di lasciarli come ultima ruota del carro, sempre a posticipare, su tutto. Basta vedere anche le condizioni in cui versa la struttura. Nascondersi dietro la burocrazia evidenzia la volontà di non mettersi in gioco, di non pensare alle soluzioni finché la soluzione non viene consegnata già pronta da qualcun'altro, quando già è tardi».
Uno sfogo che è diventato «virale» in poche ore, raccogliendo like e condivisioni da parte di tanti coetanei, che hanno sostenuto il ragionamento di Sara ipotizzando una raccolta firme per sollecitare l'amministrazione comunale a riaprire la biblioteca Manzù. Tra questi anche il consigliere comunale Davide Zingaretti ha condiviso l'appello dell'universitaria, assicurando impegno per cercare di sbloccare la situazione. «Nei giorni scorsi - spiega Zingaretti - mi ero attivato per chiedere l'apertura, l'assessore Elvis Martino mi aveva assicurato che stavano lavorando in questa direzione. Poi però, dopo l'attivazione del prestito libraio, non si è saputo più nulla. Peccato, perché basterebbero poche azioni per riaprire in sicurezza».