«Ho una parrucca tutta nuovo, biondo platino come le dive del cinema, l'ho pagata 250 euro, ma la prossima, se vorrò cambiare il colore dei miei capelli finti potrà averla gratis». Così parla una donna in chemioterapia che ha appena saputo, dall'associazione per la lotta ai tumori, che sarà possibile chiedere il contributo per le parrucche.
E' una cosa molto frivola, in apparenza. Invece può trasformarsi un vero e proprio «presidio sanitario» se guardato con gli occhi delle centinaia di donne che in tutta la provincia ogni giorno cercando un'altra via d'uscita possibile a quella strada infernale che è la chemioterapia. In fondo sono state proprio loro, le donne malate di tumore e in terapia, che dunque per questa ragione perdono i loro capelli naturali, a sollecitare un emendamento alle leggi finanziarie degli enti e della Asl, Non sembrava ci fossero riuscite, in un primo momento. Poi è arrivata una piccola modifica alla legge regionale, sfuggita ai più ma non a loro. C'è un budget di 300mila euro che verrà messo a disposizione delle donne del Lazio, quale contributo per l'acquisto della parrucca, la somma specifica varierà in base al reddito per venire incontro a coloro che hanno un tenore di vita più basso e che finora avevano rinunciato all'acquisto della parrucca in favore di altre spese sanitarie e parasanitarie.
A proporre l'emendamento che ha equiparato la parrucche per le malate di cancro ad un presidio sanitario è stata la consigliera regionale Michela De Biase. «Ho firmato e sostenuto, le donne che devono affrontare la chemioterapia e i suoi spiacevoli effetti collaterali, possono contare adesso anche su un aiuto economico. - dice- La parrucca per le malate oncologiche, infatti, è un presidio medico molto importante anche e soprattutto sotto il profilo psicologico perché per ogni una donna i capelli sono un irrinunciabile emblema di femminilità. Aiutarle a sentirsi come tutte le altre anche in un momento difficile come la lotta contro il cancro, che le cambia dentro prima che fuori, è un onere di cui la Regione Lazio ha deciso di farsi carico con grande senso di responsabilità. Si tratta di un provvedimento che va in più di una direzione, dunque, anche in considerazione del fatto che i costi di mercato delle parrucche non sono alla portata di tutte».
«L'attuazione di una concreta e attenta politica di pari opportunità - ha aggiunto Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione Pari opportunità del Consiglio regionale - è necessaria per aiutare ad alleviare le pene di momenti così delicati della vita: da oggi questa è una certezza ed insieme un conforto anche per le donne della nostra regione». E' un intervento determinante seppure non esaustivo: le associazioni delle donne che hanno patologie oncologiche chiedono anche altro, per esempio di implementare i corsi di ginnastica e quelli di cura della persona nei centri di assistenza perché la guarigione da questo tipo di malattia dipendente molto dall'approccio psicologico. E nessuno avrebbe attribuito tanto peso ad una parrucca. Sbagliando.