Il Commissario straordinario Giacomo Barbato se n'era andato da Latina dopo aver annullato sei Piani particolareggiati e 86 Print (Programmi integrati di intervento) che avrebbero dovuto costituire la dote per la campagna elettorale del centrodestra una volta doppiata la boa del primo mandato del sindaco Di Giorgi. Dentro quei piani e quei progetti c'era abbastanza materia edilizia per cambiare i connotati all'intera città. Ma la sorte si è messa di traverso e i piani, alcuni dei quali in carico al comitato di affari che sovrintendeva all'urbanistica cittadina, sono naufragati malamente. Progetti venuti su dal nulla, all'insaputa della comunità, senza troppi passaggi nelle commissioni, tutto partorito negli studi professionali privati e transitati negli uffici comunali per confluire in una approvazione indiscriminata, ma capace di accontentare tutti, opposizioni comprese, in nome della semplificazione amministrativa, quella vera e totale.

Quella materia era stata anche la freccia all'arco dell'intera campagna elettorale di Coletta e soci, che avevano promesso di ripulire i Ppe dalle scorie di illegittimità che ne avevano decretato l'annullamento, e di voler dimenticare tutti quei Print venuti fuori dal cilindro dell'urbanistica di prestigio (nel senso di prestidigitazione) che albergava in Piazza del Popolo. Ma anche stavolta le cose sono andate per un altro verso: Coletta ha completamente dimenticato di ripristinare i Piani particolareggiati e quindi restituire fiato all'edilizia, e ha scoperto il magico potere dei Print, che pare stiano facendo la loro ricomparsa a Latina Scalo, in via Ezio, in via Milazzo e perfino al mare.

L'acronimo Print non è un insulto, e lo strumento è anzi pregevole se legato a un disegno coerente di sviluppo urbanistico, ma quello che si sta consumando in questo periodo è la riproposizione in peggio di quello che si era già visto cinque o sei anni fa. Perché mentre allora c'era stato un bando che fissava criteri di intervento e tempi per la presentazione dei progetti, stavolta bandi non se ne sono visti. La spiegazione sta forse in quello che ha dichiarato in una intervista rilasciata dal consigliere regionale e comunale del Pd Enrico Forte, che si domanda perché mai il Comune si stia adoperando per sbloccare i Print. Ma cosa vuol dire sbloccare i Print? Difficile capirlo se a farlo è l'amministrazione Coletta, la stessa che ha cercato di contrabbandare per una quisquilia una variante in Q3 che avrebbe consentito la realizzazione di un centro commerciale, e se l'assessore è lo stesso che ha firmato la relativa delibera, per la quale anni addietro si sarebbero spalancati i portoni di via Aspromonte. Così come si sarebbero spalancati per la concessione recentemente rilasciata per realizzare un parcheggio in cambio della sanatoria concessa all'imprenditore che ha realizzato un cinema multisala in un parcheggio condominiale. Finché l'amministrazione Coletta continuerà a godere dell'immunità che le consente di fare e disfare quello che ad altri non era permesso, le sorprese non finiranno mai.