Incute sempre un po' timore lo scheletro di quella che è stata la centrale nucleare di Borgo Sabotino. Però è evidente, adesso è indebolita, più piccola e fragile sotto l'andirivieni della gru che sta demolendo anche il lato est degli schermi dei boiler dell'edificio reattore. Ad agosto era terminata la demolizione del lato ovest. «Siamo in anticipo con i tempi, - dice Agostino Rivieccio, general operator della Sogin per le centrali di Latina e del Garigliano - il completamento della demolizione di questa parte dell'edificio era previsto per gennaio 2021, le condizioni metereologiche ci hanno consentito di procedere spediti e ne siamo lieti, ringrazio personalmente le maestranze che hanno realizzato questo risultato». All'interno della centrale, nei lavori di smantellamento sono impiegate in media 150 unità, tra operai e tecnici, che arrivano a 200 nelle giornate di picco delle operazioni. Con la tappa di ieri si conclude un passaggio significativo che ha riguardato gli schermi dei generatori di vapore e che fa avanzare il processo di decommissioning dell'impianto di Sabotino, dove è stata avviata, di fatto, l'attività di smantellamento dell'edificio reattore. Gli schemi erano le sei strutture in calcestruzzo armato che isolavano dall'esterno le condotte superiori di collegamento fra i boiler e l'edificio reattore. Ogni schermo era costituito da due parti. Ossia: un elemento superiore orizzontale, collegato all'edificio reattore, di circa 145 tonnellate e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 tonnellate.

I blocchi prima della rimozione sono stati selezionati in dischi «più piccoli» di circa due tonnellate ciascuno per garantire il loro spostamento in regime di massima sicurezza per gli operai. L'intervento ha prodotto complessivamente circa 1200 tonnellate di materiale che, dopo i controlli radiometrici, verranno inviate a recupero. Lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 319mila tonnellate di materiali, di questte 297mila (pari al 93%) saranno inviate a recupero. Come si sa la centrale di Borgo Sabotino appartiene alla prima generazione di impianti nucleari, con un reattore a gas grafite. E' stata realizzata dall'Eni nel 1958 e ha iniziato a produrre energia nel 1963. E' rimasta attiva fino al 1987, anno del referendum, e in totale ha prodotto 26 miliardi di kWh di energia elettrica. I sei boiler tagliati via dall'edificio reattore avevano un peso complessivo di 3.700 tonnellate, l'altezza di un singolo boiler era di 24 metri per un diametro di circa 6 metri. I lavori di smantellamento sono iniziati il 4 agosto scorso e il costo totale dell'operazione è pari a un milione di euro. L'intero intervento si è svolto da un'altezza di cinquanta metri. La fase uno dello smantellamento prevede un abbassamento dell'edificio da 53 a 38 metri e il termine dell'intera operazione è stabilito per il 2027 quando il costo di questa fase di decommissioning sarà pari a 278 milioni di euro.