C'è una categoria che più di altri è rimasta esclusa dai ristori previsti dal Governo per le chiusure dell'emergenza Covid e comunque penalizzata dalla pandemia: si tratta delle agenzie di viaggio. Ed in particolare di quelle che sono startup ovvero che hanno avviato la loro attività solo nel 2020 e dunque non possono avere ristori in quanto non hanno un fatturato 2019 al quale far riferimento. Per questo un gruppo di operatori ha scritto al premier Giuseppe Conte con la speranza di essere ascoltati. Tra i firmatari della lettera c'è anche l'agente di viaggio di Latina Jessica Smorgon.

«Le date della misura anti Covid più importante – spiega Jessica Smorgon, titolare dell'agenzia Maeva Travel, nata proprio a inizio 2020 – prevedono un ristoro calcolato sulla differenza di fatturato prodotto in determinati periodi (il calcolo viene fatto con riferimento al periodo 23 febbraio 2020-31 luglio 2020 e al corrispondente lasso di tempo dello scorso anno, ndr). E questo taglia fuori tutte quelle attività colpevoli di non aver considerato, tra gli imprevisti e i rischi d'impresa, anche una pandemia dalle dimensioni inimmaginabili come il Covid».

Jessica continua spiegando l'intento della missiva al premier. «Siamo un gruppo di titolari di Agenzie di viaggi di piccole/medie dimensioni che hanno avviato la loro attività tra il 2019 e il 2020. Le nostre agenzie si trovano sparse in tutto il territorio italiano ed oggi abbiamo deciso di unire le nostre forze per segnalare una discriminazione che stiamo vivendo ormai da molti mesi e che si riferisce alla disparità di trattamento rinvenuta nelle misure di sostegno alle imprese.


Quel che chiediamo ai ministri «è che rivedano il Decreto Ristoro e che inseriscano i nostri codici Ateco 79.11 e 79.12 nell'Allegato 1, garantendoci quanto previsto dal comma 4, ossia un contributo  in assenza dei requisiti di fatturato per i soggetti che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio 2019. Tale contributo dovrà essere determinato applicando la percentuale del 400,00% agli importi minimi di 1000 euro per le persone fisiche e di 2000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Riteniamo, infatti, di poterci  equiparare a discoteche, sale da ballo, night club e simili in quanto abbiamo lavorato soltanto nei mesi di luglio e agosto. Le nostre agenzie sono aperte solo formalmente», conclude Jessica Smorgon.