Ora che la foce del canale Rio Martino è ostruita e i lavori di dragaggio sono urgenti, gli enti locali si stanno affrettando per porre un rimedio che possa salvare l'attività dei pescatori professionisti, potendo contare sui 100.000 euro necessari messi a disposizione dalla Regione Lazio. Ma gli enti locali sapevano bene che la situazione, nel corso d'acqua destinato a ospitare il portocanale, sarebbe precipitata in fretta. Lo sapeva sicuramente la Provincia che giusto due anni fa aveva certificato il mancato intervento di dragaggio di Rio Martino da parte del consorzio di imprese che aveva portato a termine i lavori di consolidamento delle sponde, ovvero il secondo stralcio dell'intervento funzionale all'allestimento del diporto.
Era il 22 giugno del 2018 quando la Provincia di Latina approvava la ricognizione dei lavori dichiarando chiuso il cantiere che è costato sette milioni e mezzo di euro. In quella circostanza l'ente di via Costa prendeva atto del fatto che l'appaltatore rinunciava all'esecuzione «delle lavorazioni di dragaggio offerte in sede di gara per la manutenzione futura della zona avamportuale del canale Rio Martino per un periodo di tre anni, valutata complessivamente in 206.765,42 euro», somma scalata dal pagamento, compensando altri lavori aggiuntivi e l'ulteriore penale per la chiusura del cantiere con 43 giorni.
La rinuncia del dragaggio era un fatto piuttosto grave visto che la società aggiudicataria dell'appalto aveva prevalso, nella gara, offrendo una serie di lavori aggiuntivi tra i quali quello. Riportiamo testualmente le opere utili per la manutezione del canale che facevano parte dell'offerta tecnica: «installazione di una draga (sorbona) fissa all'ingresso/uscita del Portocanale con la manutenzione e l'uso per 3 anni; assunzione di una unità lavorativa full time per 3 anni addetta al dragaggio della foce e la manutenzione del verde e il decoro dell'intero Portocanale; piattaforma galleggiante di acciaio di 450 mq per il cantiere mobile per il dragaggio e il rifacimento riparale operando dall'acqua così come stabilito dall'Ente Parco. Detta piattaforma, al termine dei lavori sarà donata all'Amministrazione Provinciale per la manutenzione del Canale di Rio Martino» e ancora «dragaggio del Canale Rio Martino dal "Sifone" di attraversamento sino alla briglia del ponte della Fossella per una batimetria di 2 metri».
Considerando, oltre alla rinuncia del dragaggio, che erano opere aggiuntive anche le coperture, poi crollate, delle sponde nel tratto escluso dai lavori, ovvero tra la foce e l'inizio del portocanale, possiamo ora affermare che l'offerta della società appaltatrice altro non era che fumo gettato negli occhi degli amministratori per sbaragliare la concorrenza.
Ma alla luce di quanto accertato alla chiusura del cantiere, è ovvio che la Provincia sapesse del mancato dragaggio, sebbene l'ente non si sia attivato per rimediare, andando incontro allo stallo attuale, con la bocca del canale ostruita. Ironia della sorte, oltretutto, il dirigente della Provincia, responsabile del procedimento che aveva constato la rinuncia dei lavori di dragaggio, nel frattempo si è trasferito al Comune ed è tra i firmatari del nuovo progetto di dragaggio di Rio Martino. Insomma, i presupposti per evitare i disagi di oggi c'erano: come al solito è mancata la programmazione dell'ordinario.