Il caso
04.03.2021 - 19:00
"Il 27 marzo tutti i teatri d'Italia riapriranno i loro battenti, già stanno allertando compagnie e laboratori, rispolverando il proprio cartellone ma l'unico teatro che rimarrà chiuso resterà quello di Latina. E non u teatro qualsiasi, ma quello comunale, il Teatro D'Annunzio, quello che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello dell'amministrazione Coletta e invece rappresenta mestamente il simbolo della loro sconfitta intrisa di immobilismo".
A dirlo è Annalisa Muzio, vicepresidente di Fare Latina: "Non mi arrendo all'incapacità di cambiare il corso delle cose. E la situazione del teatro D'Annunzio è l'emblema vergognoso di una città sempre più avvitata su se stessa, che da anni vegeta e sopravvive. Eppure le domande sorgono spontanee in seno a questa in capacità di gestire non solo l'emergenza ma anche l'ordinario: se abbiamo certificato le difficoltà di sanare in breve tempo le criticità del D'Annunzio perchè invece non si è puntato sul Teatro Cafaro? Il Cafaro conta la bellezza di 360 posti, le sue eventuali lacune possono essere colmate in poche azioni, può essere utilizzato, al pari del foyer del D'Annunzio, ampio e confortevole, forse tra i foyer più grandi tra i teatri italiani" continua Muzio.
"La verità è che se da una parte il sindaco Coletta non si è mai preso un'azione di responsabilità per mandare avanti il D'Annunzio utilizzando lo strumento della deroga è altrettanto vero che tutto il tempo finora utilizzato per gli interventi straordinari non ha portato a nessuna concretezza di apertura, dopo ben 5 anni di gestione! Tutto ciò è inaccettabile. Al pari di quello che ci ritroveremo per il Cafaro, che ieri necessitava soltanto di qualche piccolo intervento di manutenzione ordinaria, mente domani, quando lo riapriremo, ci troveremo una struttura desolatamente abbandonata a se stessa, inservibile, che necessiterà di interventi straordinari in termini di sicurezza e antincendio oltre quelli trascurati in modo negligente che riguardano l'ordinaria manutenzione. Ad esempio, per l'infiltrazione dell'acqua con le piogge oggi il palco è inutilizzabile: non c'è che dire, proprio un bel modo di fare cultura e consegnare la città al concetto del bello".
"Sembra che Latina viva in una sorta di bolla dove ogni azione sia impossibile, del resto basti guardare a Priverno e a Terracina, dove esistono delle strutture teatrali in mano al pubblico e al privato, che hanno apportato migliorie ai loro teatri e dal 27 marzo permetteranno a compagnie e pubblico di rivivere l'emozione dello stare insieme e condividere degli spettacoli. Per Latina questo è un colpo mortale alla cultura" conclude Annalisa Muzio.
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