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L'intervista

Al Palabianchini, le "manutenzioni sono essenziali"

L'assessore Andrea Chiarito: giusto chiudere subito, abbiamo evitato una tragedia

Al Palabianchini, le "manutenzioni sono essenziali"

Non ha perso tempo l'assessore Andrea Chiarato: dopo la chiusura del Palabianchini e lo scambio di note dell'architetto Scalzi con gli uffici, il 30 novembre chiede una relazione dettagliata sulla situazione di degrado strutturale della struttura. Alla domanda se si aspettava queste criticità e questi importi contenuti nella relazione spiega: «Ci eravamo sentiti in questi giorni con lo studio incaricato e ci aspettavamo sia questi importi, circa un milione di euro, sia i tempi di circa 12 mesi che poi potrebbero allungarsi di altri sei/dieci mesi considerando una progettazione più approfondita e il reperimento delle risorse. La nostra priorità era capire la situazione reale. Abbiamo dei finanziamenti del Pnrr che hanno dei tempi stringenti e che non possiamo utilizzare per sistemare quanto è stato scoperto e ora bisogna lavorare per trovare un milione di euro sia reperendo somme in bilancio sia collaborando con la filiera di governo per cercare altre fonti di finanziamento. Sono valutazioni che ora noi possiamo fare perché abbiamo in mano un documento che ci fa capire lo stato di fatto all'interno del Palazzetto». Per Chiarato non c'erano alternative alla chiusura. «Visti gli importi e i tempi e visto ciò che è emerso l'unica soluzione era chiudere il Palabianchini, non c'erano alternative». L'ex assessore Ranieri ha spiegato che quella parte del solaio non è mai stata visionata. Come è stato possibile? «Non posso certo smentire io le dichiarazioni dell'assessore che dice che non avevano saputo - spiega Chiarato - c'era la Ctu del 2018 che già evidenziava dei problemi strutturali sull'edificio, ma oggi è necessario mantenere la concentrazione sullo stato di fatto piuttosto che andare a cercare responsabilità del passato. I tempi stringono e noi dobbiamo trovare le risorse economiche e cercare di attivarci il prima possibile per dare una risposta al mondo dello sport che è costretto a operare in una provincia senza impianti. La città è anche stufa di sentirsi dire 'perché?». L'assessore rileva anche che nella relazione c'è scritto che dopo 50 anni il cemento ha un fisiologico decadimento: «Bisogna imparare a fare le manutenzioni nei tempi dovuti e una delle criticità della struttura dovuta alla calcificazione è stata proprio la causa del crollo del ponte Morandi. Qui la fortuna è stata che l'amministrazione ha deciso di chiudere subito per evitare tragedie». E ora le alternative? «Nel breve periodo cercheremo di concentrarci sugli sport outdoor - dice l'assessore - sfruttando geografia e clima del teritorio e organizzando eventi importanti come la Maratona di Latina. Abbiamo preso il titolo di comunità europea dello Sport 2024 e dobbiamo garantire una serie di eventi in calendario. Per le altre soluzioni abbiamo fatto una ricognizione sui terreni da utilizzare per nuove strutture. Il Palabianchini non basta e stiamo lavorando sull'idea del Palatenda in Q4. Anche qui c'è un importo notevole e bisogna capire come reperire le risorse, in 14 mesi una volta dato l'affidamento potrebbe entrare in funzione».

«Siamo aperti - conclude - a qualsiasi proposta del privato e di chi vuole investire e da parte nostra cercheremo di chiudere al più presto i lavori del Palabianchini».

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