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Pnrr, dagli annunci alla realtà dei cantieri Ecco chi «vince»

La quota maggiore degli interventi assorbita dalla transizione ecologica, sempre in affanno sugli asili nido

Pnrr, dagli annunci alla realtà dei cantieri Ecco chi «vince»

Fra tagli e rinvii il Piano Nazionale di ripresa e resilienza va avanti anche in provincia di Latina. Dopo i molti annunci e le recenti critiche contenute nel primo screening degli investimenti fatto dalla Uil, è possibile capire anche dove stanno realmente andando i soldi che dovrebbero cambiare il volto del Paese e dunque anche di questa provincia. Oltre il 33% degli investimenti previsti, pari a 522 milioni, sono destinati a interventi per la transizione ecologica, la fetta maggiore in assoluto.

Seguono le infrastrutture, quasi il 24% dei fondi totali per circa 376 milioni. Paradossalmente la quota più piccola del piano riguarda due voci che, invece, erano presenti in tutte le progettazioni dei centri minori e delle città medio piccole della provincia di Latina, ossia scuola, università e ricerca, capitolo che arriva appena al 7,40% e l'inclusione sociale, 11,70% e quest'ultimo investimento è anche quello che ha perso fondi nella revisione recente che ha subito il Pnrr, in particolare la progettazione di contrasto al caporalato e soprattutto nella città di Latina che, insieme a Sabaudia, Terracina e Aprilia sono il distretto agroalimentare più colpito dal fenomeno. La contrazione della disponibilità di fondi per abbassare il livello di sfruttamento sul lavoro è un dato molto contestato dalla componente sindacale, che ha stigmatizzato anche il mancato coinvolgimento nel monitoraggio delle opere in corso, soprattutto circa il rispetto dei livelli di sicurezza, dell'applicazione del contratto collettivo delle categorie utilizzate e in materia di appalti e sub appalti, per quanto vada tenuto in considerazione che in concomitanza con l'avvio massiccio delle opere del Pnrr è stato introdotto il codice appalti nuovo, più leggero sul fronte dei controlli.

Una percentuale notevole delle opere già avviate riguarda la realizzazione di nuovi posti per gli asili nido, considerando che l'obiettivo comunitario che doveva essere raggiunto entro il 2023 era pari al 45% del totale della necessità ma in provincia di Latina si partiva già da una media più bassa di quella regionale che, a sua volta, è più bassa dell'obiettivo Ue, in quanto è ancora pari a poco più del 36% delle esigenze reali. Queste voci, insieme ai progetti contro lo sfruttamento sul lavoro, avevano inizialmente contraddistinto la progettazione per aumentare la cosiddetta coesione sociale, passando dalle due «categorie» maggiormente interessate, i lavoratori e i bambini, pertanto una decurtazione sulle due voci incide sulla mission iniziale del Pnrr così come era stato inteso da queste parti.

Ma se dopo l'allarme inerente i ritardi lanciato la scorsa estate si è vista una oggettiva accelerazione negli appalti del Pnrr ci sono una serie di altri interventi che rischiano di restare definitivamente indietro e si tratta della programmazione posta in essere a latere del Pnrr contro il dissesto idrogeologico e il ripristino di alcuni dei punti più fragili del territorio, solo in parte assorbita dalla voce dei progetti inseriti nella sezione «transizione ecologica».

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