Il caso
27.01.2024 - 16:30
Per i terreni contesi, il Comune di San Felice Circeo è pronto a presentare un nuovo ricorso questa volta davanti alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Latina. La questione viene ricostruita in una recente deliberazione della giunta, per la precisione, la prima del 2024. Al termine dello scorso anno il Comune di Sabaudia ha notificato al Comune di San Felice Circeo una serie di avvisi di accertamento Imu inerenti i terreni facenti parte dei comprensori denominati Mezzomonte, Molella, Palazzo, Pero Amaro, Infangane, Carnarola, Fornaci, Pantano del Lauro, Veronica, Cassone e Bagnara, i cosiddetti terreni contesi il cui sedime come stabilito dalla Cassazione è di proprietà del Comune di San Felice Circeo. Gli avvisi notificati, vanno dal 2018 al 2022.
Come evidenziato nell'atto della giunta in base alla legge 160/2019 "il presupposto dell'imposta è il possesso dell'immobile, mentre sino alla data dell'ordinanza della Suprema Corte di Cassazione – arrivata nel 2023 - il Comune di San Felice Circeo non aveva il possesso degli immobili in quanto intestati al Comune di Sabaudia e neanche poteva godere dei frutti degli stessi". Quindi, solo dopo l'emanazione dell' ordinanza di Cassazione il Comune di San Felice Circeo ha potuto, "per esaurimento del giudizio, legittimamente, procedere alle volture catastali degli immobili in questione con riferimento temporale alla sentenza della Corte d'Appello di Roma del 2021 a far data dalla quale gli immobili stessi sono tornati ad essere intestati catastalmente al Comune di San Felice Circeo". Qui si crea il problema rispetto la posizione sostenuta dal Comune di Sabaudia che ha notificato avvisi. "Ogni pretesa del Comune di Sabaudia - si legge a riguardo nella deliberazione - al pagamento dell'Imu per tali immobili sarebbe antigiuridica, perché è anche l'autore e il responsabile della perdurante occupazione di fatto e priva di titolo degli immobili in relazione ai quali l'imposta sarebbe dovuta". Quindi la decisione di presentare ricorso per cui è stato già assegnato l'incarico ad un legale.
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