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Il caso

Pennacchi, bufera sul condominio

Problemi per i proprietari degli appartamenti finiti all'asta: un vecchio debito blocca le nuove utenze idriche

Pennacchi, bufera sul condominio

La gestione "mista" del complesso Pennacchi si sta rivelando peggiore del previsto, sebbene le difficoltà fossero praticamente annunciate da tempo. E a lamentare le conseguenze peggiori sono i condomini che hanno acquistato gli appartamenti all'asta fino al momento in cui la vendita giudiziaria è stata sospesa. Mentre la società pignorata sta cercando di praticare la strada del concordato, il cui esito è ancora appeso alla volontà dei creditori, la gestione del mega condominio si sta rivelando disastrosa: i nuovi proprietari stanno contestando l'amministrazione condominiale imposta dalla società esecutata, la Pennacchi C. srl che è rimasta proprietaria di buona parte degli immobili. Qualcuno di loro infatti ha già impugnato il provvedimento, tirando in ballo anche il garante della privacy per l'affidamento del servizio di portierato a una persona assunta senza il mandato dell'assemblea. Ma intanto i nuovi arrivati non sono riusciti neppure a ottenere l'allaccio alla rete idrica.

La vicenda non è paragonabile a nessun altro condominio perché il complesso del Pennacchi, prima della procedura giudiziaria avviata da un istituto di credito per un mutuo non onorato, era rimasto interamente nella proprietà di chi lo ha realizzato. Non parliamo solo del cosiddetto grattacielo, ma anche di altre due edifici residenziali, più la piastra commerciale al piano terra con galleria al centro e i parcheggi interrati, il tutto gestito in locazione per oltre quarant'anni, con buona parte degli appartamenti serviti da utenze centralizzate. Alcuni dei nuovi condomini che hanno acquistato gli immobili finiti all'asta, parliamo soprattutto di chi ha comprato un appartamento, sostengono di avere subito una serie di azioni di disturbo, anche piuttosto plateali, da parte della società proprietaria del complesso.
Innanzitutto uno dei nuovi arrivati ha impugnato la delibera con cui la Pennacchi C. srl ha nominato la società Gestioni condominiale Pennacchi S.r.l. come amministratore del condominio, intentando una causa davanti al giudice del Tribunale civile. La gestione del complesso è stata imposta in occasione di un'assemblea che aveva visto tutti gli altri proprietari astenersi, per volontà di quello maggioritario approfittando del fatto che il condominio è privo di tabelle millesimali e di regolamento, facendo quindi riferimento alla comunione. Così facendo la società proprietaria del complesso ha imposto anche un servizio di portierato che non è stato votato dall'assemblea.

Questo ha generato un altro problema, perché i nuovi condomini proprietari degli appartamenti venduti all'asta lamentano di non ricevere la corrispondenza, che quindi sarebbe filtrata all'ingresso, a loro svantaggio. Inoltre l'addetto al portierato detiene il controllo dell'impianto di video sorveglianza e anche per questo uno dei condomini ha presentato un esposto al garante della privacy per violazione del trattamenti dei dati personali.

A tutto questo si aggiunge l'impossibilità di registrare un nuovo allaccio alla rete idrica cittadina, perché buona parte degli immobili, specie quelli che compongono il grattacielo, sono serviti da un'unica utenza che risulta morosa al gestore dal 2020. Con una scelta opinabile, la società Acqualatina ha infatti negato ai nuovi proprietari la possibilità di effettuare nuovi allacci, anche se all'interno degli immobili sarebbe possibile installare singoli contatori, ritenendo tutti gli inquilini responsabili del debito, sebbene i nuovi proprietari siano subentrati in un secondo momento.

Intanto l'amministratore condominiale, in vista della prossima assemblea, ha già fatto intendere che i costi di gestione sono cresciuti e dovranno essere ripartiti tra i proprietari, tenendo conto che ai nuovi sono state chieste cifre esorbitanti già in precedenza. Oltretutto la società che cura la gestione del condominio ha esibito un contratto con il quale la Pennacchi C. srl cede il comodato gratuito degli spazi comuni, ovvero quelli dove sono installati gli impianti a servizio delle utenze, sebbene non fosse necessario perché già pertinenze della pluralità dei condomini, mettendo nero su bianco che provvederà alla manutenzione degli impianti facendo ricorso a imprese esterne, i cui pagamenti saranno poi esibiti al condominio. Un'altra manovra che i nuovi proprietari sono pronti a contestare.

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