Il caso
05.03.2024 - 13:30
Non solo il deputato della Lega Claudio Durigon è finito spiato illegittimamente dal finanziere Pasquale Striano. Mano a mano che si scorrono le carte dell'inchiesta della procura di Perugia emergono altri nomi e situazioni legate a molti esponenti politici locali, quasi tutti di area centrodestra. Si va dagli europarlamentari Matteo Adinolfi e Nicola Procaccini fino all'ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, passando per il consigliere regionale Angelo Tripodi. In mezzo anche nomi di faccendieri e imprenditori del territorio pontino. Striano aveva il controllo delle banche dati sulle operazioni bancarie e finanziarie, legate al cosiddetto SOS, ossia segnalazioni operazioni sospette. Un sistema che la procura Antimafia, sotto la guida di Franco Roberti, ha voluto avocare a sé, controllando tutto quel che si muove nel paese. Oltre 800 gli accessi contestati in meno di due anni, fuori da regole e protocolli. Non si comprende per quale scopo ed è su questo che indaga il procuratore di Perugia Raffaele Cantone
Politici e imprenditori sotto alla lente
Nell'atto d'accusa della Procura di Perugia sull'attività occulta del luogotenente Striano, indagato insieme al magistrato della Dna Antonio Laudati e altre quattordici persone, le date sono importanti. Perché le ricerche sulle varie banche dati (soprattutto la Siva, il Sistema informativo valutario in uso alla Finanza, e Serpico, dell'Agenzia delle Entrate) corrispondono a momenti particolari per i personaggi coinvolti. E per i pontini coinvolti questa regola vale pienamente. Prendiamo il caso di Claudio Durigon: il sottosegretario viene passato al setaccio nei giorni in cui esplode il caso delle sue dichiarazioni raccolte dal sito Fanpage, quando fa alcuni riferimenti a un generale della Finanza. Qualcosa di simile avviene anche per il collega di partito Matteo Adinolfi e per l'ex Lega (oggi Forza Italia) Angelo Tripodi. I due vengono attenzionati da Striano in un periodo in cui sono tirati in ballo, direttamente o indirettamente, in vicende legate a presunte compravendite di voti. Vicende dalle quali i due politici sono usciti completamente puliti ed estranei, Adinolfi addirittura arcihiviato su richiesta del pm. Ma in quel momento su di loro ci sarebbero stati appunto dei controlli "non richiesti". Qualcosa del genere riguarda anche Nicola Procaccini. L'esponente di Fratelli d'Italia ha subito verifiche nei giorni in cui esce pubblicamente la notizia dell'indagine a cui fu sottoposto (procedimento poi archiviato, su richiesta dei pm) dalla procura di Latina per turbativa d'asta. Un file con l'oggetto Procaccini fu inviato da Striano a un giornalista del quotidiano Domani, Giovanni Tizian. Negli stessi giorni Tizian riceve sulla sua mail un file denominato "Altissimi". Presumibilmente riconducibile all'imprenditore dei rifiuti che negli anni ha spesso denunciato le anomalie nel sistema di gestione dei riufiuti. Curioso che proprio lui che chiedeva lumi sul sistema finisca attenzionato dai magistrati. Tra coloro che sono stati spiati, poi, spunta il nome di Luciano Iannotta, ex presidente di Confartigianato, finito in varie inchieste giudiziarie, alcune ancora in corso.
Il caso Zaccheo
Ma ancora più preoccupante appare il controllo attorno alla figura dell'ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo. Gli accertamenti sarebbero avvenuti nel periodo della sua candidatura contro Damiano Coletta. Zaccheo, come ricordiamo, non riuscì a vincere al primo turno per pochi voti nonostante la sua coalizione avesse abbondantemente superato il 50% dei voti. Poi, al ballottaggio, perse contro Coletta. Il luogotenente della Finanza Striano ha condiviso alcuni file su Zaccheo con un giornalista di quelli finiti nell'indagine. Sulla vicende delle elezioni del 2022 ci fu una coda giudiziaria in quanto alcuni candidati presentarono un ricorso al Tar per chiedere il riconteggio dei voti. Le successive sentenze mostrarono ombre tanto che la procura fu obbligata ad aprire un fascicolo d'indagine, finito però archiviato. A ricordare quel dettaglio è uno dei proponenti del ricorso, Giovanni Monterubbiano: «La notizia di questi giorni, relativa all'esistenza di un opera di spionaggio nei confronti del candidato a Sindaco Vincenzo Zaccheo nelle elezioni del 2021, non puo' che gettare ulteriori ombre sull'intera vicenda. Sappiamo da tempo che sul Primo turno di quelle elezioni esiste una verità acclarata con due Sentenze, quella del Tar e quella del Consiglio di Stato che certificavano l'avvenuta violazione delle regole di voto e di scrutinio per conseguenti gravi illegittimità che non possono essere dequotate a mere irregolarità amministrative, con evidenza supportata dall'analitica relazione prefettizia al termine della verificazione ordinata dal Tar sulla corrispondenza tra il contenuto dei verbali di 33 sezioni e le schede imbustate al termine delle operazioni di scrutinio. Una storia dalle tinte fosche, stante addirittura la poco nota ed inaudita gravità dell'accertata esistenza di verbali relativi al primo turno risultati alterati, con dati differenti tra i verbali consegnati al Comune e quelli contenuti nei plichi consegnati in Prefettura che aggravavano il quadro indiziario che certificava anche l'esistenza di Sezioni dove le schede di votazione risultavano, nei numeri accertati, considerevolmente in più od in meno rispetto a quelle consegnate». L'indagine della procura si chiude però con l'archiviazione: «non c'era stata intenzionalità ne consapevolezza in merito alle violazioni delle norme elettorali nella finalizzazione delle condotte per alterare il risultato elettorale».
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