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Il fatto

Ecoambiente sconfitta, Mattarella respinge il ricorso sulla bonifica

Il Presidente della Repubblica ha giudicato inammissibile il ricorso straordinario volto ad evitare la bonifica

Ecoambiente sconfitta, Mattarella respinge il ricorso sulla bonifica

Niente da fare per Ecoambiente e le pretese di evitare la bonifica dei siti di Borgo Montello. Infatti è stato ritenuto inammissibile il ricorso straordinario della società al Presidente della Repubblica, che con decreto pubblicato in questi giorni ha lasciato intatta la sentenza del Tar di Latina del 2021, con la quale veniva ricostruito sia l’iter dell’inquinamento che la relativa attribuzione della competenza, ad Ecoambiente, per il processo di bonifica, come peraltro aveva deciso una conferenza di servizi del 2014. Il ricorso straordinario al Capo dello Stato proposto da Ecoambiente srl chiamava in causa anche la Regione Lazio, il Comune e la Provincia di Latina. L’impugnazione riguardava, appunto, la determina regionale del 25 giugno 2014 di «approvazione con prescrizione delle risultanze delle conferenze di servizi per la definizione dell’istanza di rinnovo dell’Aia (autorizzazione di impatto ambientale ndc), nonché degli atti propedeutici preliminari e connessi, ivi incluse le risultanze della conferenza di servizi». In pratica Ecoambiente non vuole procedere alla bonifica se prima non viene autorizzata a proseguire la gestione e a realizzare un impianto di Tmb.

Su parere conforme del Consiglio di Stato e pari proposta del Ministro dell’Ambiente il ricorso straordinario è stato rigettato da Mattarella perché inammissibile. Medesima conclusione cui era giunto il Tar di Latina, che nella sentenza impugnata anche in secondo grado, aveva scritto che «è irrilevante che l’inquinamento non sia stato determinato dall’attività del gestore che assume l’incarico di bonifica». Da oltre quindici anni il nodo che divide Ecoambiente dal possibile, anzi doveroso, recupero ambientale della discarica di Borgo Montello, è uno solo. La società censura la determina della conferenza di servizi del 2014 che «approva il progetto in variante a quello già approvato nel 2009 di gestione della bonifica del sito, nella parte in cui rigetta la condizione posta dalla società per l’esecuzione delle attività di bonifica, di proseguire con la gestione delle discariche in costanza di ripristino ambientale». Nonostante l’autorevole rigetto del Capo dello Stato, il braccio di ferro giudiziario tra Ecoambiente e Comune, con il coinvolgimento di Provincia e Regione, non è finito.

Resta infatti pendente l’appello in secondo grado, al Consiglio di Stato, avverso «l’approvazione del documento-progetto integrato per la bonifica dell’area di Borgo Montello - Piano operativo Fase 1», depositato il 14 gennaio 2022 e ancora non definito. Il nodo di fondo però è un altro e non è giudiziario: è inspiegabile come finora nessuno abbia avviato l’esecuzione della sentenza e chiesto conto a Ecoambiente del mancato rispetto di una decisione presa più di dieci anni fa, mentre continua il logoramento e l’inquinamento nelle falde sottostanti la discarica. Ed Ecoambiente, per il tramite dei suoi rappresentanti legali, risponde anche in sede penale dei contestati danni ambientali causati in via Monfalcone. Nel frattempo, per paradosso pressoché incredibile, Ecoambiente srl potrebbe rivendicare crediti per il fallimento di Latina Ambiente, visto il passaggio di quote di proprietà della ex partecipata del Comune alla srl che gestiva il siti della discarica.

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