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Serre divelte e allagamenti: la conta dei danni

Coldiretti lancia un appello alle istituzioni: «Questa è un’altra calamità naturale»

Serre divelte e allagamenti: la conta dei danni

Allagamenti, vitigni danneggiati e coperture delle serre divelte. E’ il bilancio dei danni causati dal maltempo che si è abbattuto ieri mattina tra Latina e il litorale romano, in particolar modo ad Anzio e Nettuno. Coldiretti Roma e Latina stanno procedendo ad una stima dei danni che è tuttora in corso. Sul litorale pontino colpite anche Sabaudia e Pontinia ed è al vaglio la richiesta dello stato di calamità.

«Stiamo raccogliendo le numerose segnalazioni da parte delle nostre aziende colpite dalla violenta pioggia di questa mattina – spiega il direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi – altre le stiamo contattando in queste ore. Registriamo prevalentemente danni alle strutture con coperture delle serre divelte, aziende agricole allagate, con inevitabili danni anche ai macchinari, oltre agli allagamenti nei campi e fango, che rischiano di compromettere le colture. A seguito del monitoraggio che stiamo effettuando, valuteremo se procedere con la richiesta dello stato di calamità».

Allagamenti hanno comportato danni anche ai vitigni in piena vendemmia sul litorale romano. «Le nostre aziende agricole ci hanno segnalato eventi estremi soprattutto nel comune di Nettuno – spiega il direttore di Coldiretti Roma, Giuseppe Casu - e i danni sono in fase di quantificazione».

Dopo la siccità, ora le aziende sono costrette a fare i conti con le bombe d’acqua, che rischiano di compromettere i raccolti e gravare ulteriormente sui bilanci delle aziende agricole, già in difficoltà a causa dei cambiamenti climatici, che solo quest’anno hanno superato i 300 milioni di euro di danni nel Lazio. I cambiamenti climatici e gli eventi sempre più estremi stanno diventando un nemico vero e proprio per le imprese agricole del territorio che sempre più spesso si trovano a fare fronte a danni ingenti provocati ai raccolti. La situazione è preoccupante e l’appello di Coldiretti va in questa direzione. La speranza è che le istituzioni rispondano prontamente al grido d’allarme dell’associazione.

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