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Il caso

Integrazione scolastica, l’allarme Cgil: «Servizio essenziale ostaggio dell’immobilismo politico»

Il segretario Simeone denuncia la mancanza di programmazione a pochi giorni dalla scadenza dell’appalto. «Senza risposte dal Comune, scenderemo in piazza»

Integrazione scolastica, l’allarme Cgil: «Servizio essenziale ostaggio dell’immobilismo politico»

A pochi giorni dalla scadenza dell’appalto per il servizio di integrazione scolastica, prevista per il 30 giugno 2025, il sindacato alza la voce e lancia un appello durissimo contro l’Amministrazione comunale, colpevole – a detta del segretario generale Vittorio Simeone – di non aver dato alcuna risposta concreta sulla continuità del servizio rivolto agli alunni con disabilità. «Ora basta!», si legge nel comunicato stampa diffuso ieri. «I servizi essenziali non possono essere ostaggio di una politica che non decide».

Il sindacato punta il dito contro il trasferimento del servizio dai Servizi Sociali alla Pubblica Istruzione, avvenuto – secondo quanto riportato – senza un chiaro indirizzo politico. Nonostante la disponibilità dei funzionari del nuovo settore di riferimento, a mancare sarebbero comunicazioni ufficiali, garanzie occupazionali e certezze sulla tutela dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) previsti dalla normativa nazionale.

«Parliamo di un servizio obbligatorio per legge, che non può essere interrotto o ridimensionato», scrive Simeone. «Ogni eventuale sospensione configurerebbe una violazione dei diritti degli alunni con disabilità, con potenziali responsabilità giuridiche per l’ente locale».

L’ombra del disastro già vissuto nei centri diurni per persone fragili è concreta. «In quel caso il cambio d’appalto ha comportato un taglio delle ore lavorative e il peggioramento delle condizioni contrattuali del personale delle cooperative sociali», ricorda il sindacato. «Temiamo che lo stesso copione si ripeta, stavolta con ricadute ancora più gravi per i lavoratori e le famiglie».

Da qui la richiesta formale di un incontro urgente con il sindaco Matilde Celentano. Il tempo stringe: «Se entro 48 ore non riceveremo una convocazione ufficiale – avverte il segretario generale – scenderemo in piazza già dalla prossima settimana insieme ai lavoratori e alle famiglie».

Il messaggio finale è diretto proprio al primo cittadino: «La invitiamo a rompere le catene dell’immobilismo e delle pressioni interne alla maggioranza che stanno bloccando l’azione amministrativa. I servizi essenziali non sono terreno di scontro politico, ma obblighi giuridici e morali. Se non saranno garantiti, qualcuno ne dovrà rispondere, anche legalmente».

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