Il caso
07.08.2025 - 21:01
Una selezione senza bando pubblico, su base arbitraria, che ha escluso la maggior parte delle scuole di danza del territorio. È quanto emerso nel corso della Commissione Trasparenza convocata questa mattina dalla presidente Floriana Coletta per fare chiarezza sulle modalità di composizione del cartellone della nuova stagione di danza al Teatro D’Annunzio. A sollevare il caso è stata la consigliera del Partito democratico Daniela Fiore, trovando l’appoggio compatto di tutte le forze di opposizione.
Il nodo riguarda la scelta delle scuole di danza amatoriali coinvolte nella programmazione. Delle 17 realtà presenti nel territorio comunale, solo cinque sono state inserite, senza alcuna manifestazione di interesse, bando pubblico o criteri dichiarati. Secondo quanto riferito in commissione, la selezione sarebbe avvenuta a ridosso della presentazione del cartellone, dopo un incontro con le scuole organizzato solo successivamente e dunque a giochi ormai fatti. A stabilire i criteri sarebbe stata l’ATCL, ente che cura la direzione artistica, ma mancherebbero comunque documenti fondamentali, tra cui quelli redatti in fase di progettazione.
«Non si mette in discussione il valore delle scuole inserite – affermano i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032 – ma il metodo adottato è inaccettabile. Senza regole trasparenti e condivise, si premiano alcuni a discapito di altri, generando disparità di trattamento che rischiano di creare un evidente vantaggio competitivo per chi è stato selezionato».
Le opposizioni puntano il dito anche contro l’assenza di un assessore alla Cultura. La sindaca Celentano ha tenuto per sé la delega, ma secondo i consiglieri di minoranza non la esercita: «È evidente che la mancanza di una guida politica pesa. La gestione è lasciata agli uffici e ad enti esterni, ma né l’uno né l’altro possono sostituire una visione culturale coerente e condivisa».
La richiesta è chiara: adottare per il futuro strumenti di selezione pubblici, regole certe, e garantire pari opportunità a tutte le realtà del territorio. «Latina – proseguono – ha bisogno di un vero progetto culturale, che non si limiti al circuito amatoriale, ma che sappia anche investire sulla cultura professionale, coinvolgendo compagnie di livello nazionale e riportando la città nei circuiti di rilevanza nazionale».
Il tema, sottolineano infine, assume un peso ancora maggiore in vista del centenario della fondazione di Latina e della candidatura a Capitale italiana della Cultura. «Serve molto di più: servono idee, coraggio, competenza. E lo meritano tutti, non solo pochi».
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