Il fatto
12.09.2025 - 21:38
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sezione Quinta, ha respinto l’istanza cautelare presentata dall’associazione Verdi Ambiente e Società e da Francesca Romana Tintori contro la realizzazione del deposito definitivo di rifiuti a Sant’Apollonia, nel comune di Aprilia. L’impianto, proposto dalla società Frales srl, era stato autorizzato con il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) emesso dalla Regione Lazio a maggio.
Gli ambientalisti chiedevano l’annullamento degli atti autorizzativi, sostenendo che il progetto comportasse gravi rischi ambientali e paesaggistici. In particolare erano stati impugnati la Valutazione di Impatto Ambientale, la Conferenza dei Servizi del 14 aprile 2025 e l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto che non ricorressero i requisiti del fumus boni iuris e del danno grave e irreparabile necessari per sospendere in via d’urgenza l’efficacia dei provvedimenti impugnati. «Ritenuto che allo stato non ricorrono nella fattispecie i requisiti del fumus boni iuris e della contestuale gravità ed irreparabilità del pregiudizio durante il tempo necessario a giungere alla decisione sul ricorso» si legge testuale.
Nell’ordinanza depositata il 10 settembre, il Tar ha sottolineato due aspetti: da un lato, il vincolo agrario richiamato dai ricorrenti è sopravvenuto rispetto al rilascio delle autorizzazioni; dall’altro, la Regione ha comunque garantito alla Soprintendenza Archeologica costanti verifiche sui lavori in corso.
In attesa della pronuncia di merito, l’istanza cautelare è stata respinta e le spese compensate tra le parti. L’impianto progettato a Sant’Apollonia, che punta a garantire l’autosufficienza dell’Ato 4 per il ciclo dei rifiuti, resta dunque autorizzato.
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