Cerca

La fine di un sogno mai iniziato

Terme, una revoca per 30 anni di inattività

Negli atti tra regione e comune le criticità e le cause della cessazione della concessione 

Terme, una revoca per 30 anni di inattività
La vicenda delle Terme di Fogliano torna al centro del dibattito cittadino. Dopo anni di silenzi, omissioni e passaggi amministrativi mai affrontati con chiarezza, il progetto termale è stato formalmente archiviato dalla Regione Lazio, che ha decretato la cessazione della concessione mineraria per l’acqua termo-minerale e la rimozione del vincolo minerario sull’area. Un provvedimento quasi passato sotto traccia, senza discussioni consiliari o passaggi politici, ma che rappresenta l’epilogo di una lunga storia di inattività politica e tecnica.
La revoca e le motivazioni

La determina regionale — emanata dalla Direzione Cicli dei rifiuti – Area Attività estrattive — fotografa i motivi che hanno portato alla chiusura dell’iter: la mancata richiesta di rinnovo da parte del Comune, condizione essenziale per mantenere la concessione trentennale, l’assenza di un progetto di utilizzo dell’area termale, indispensabile per giustificare il rinnovo, la mancanza del riconoscimento ministeriale dell’acqua minerale, mai ottenuto, l’assenza di dati certi sulla quantità e qualità della risorsa idrica, un sito in stato di abbandono, pozzi non utilizzabili e terreni non più nella disponibilità del Comune, ma della curatela fallimentare delle Terme di Fogliano dopo la sentenza del 2017. Un quadro pesante, reso ancora più evidente dagli scambi tra Regione e Comune.

I passaggi tra Regione e Comune

Già nel giugno 2023, il responsabile del procedimento regionale, Luca Tarquini, aveva richiesto al Comune una serie di documenti fondamentali: relazione geologica e idrogeologica aggiornata, analisi delle acque, motivazioni della mancata attivazione dello sfruttamento e soprattutto un programma di lavori completo, corredato da progetto tecnico-finanziario. Ma quel programma — dirimente per il futuro termale — non è mai stato predisposto, né negli ultimi mesi né nelle amministrazioni precedenti.  Nei mesi scorsi l’assessore al patrimonio Ada Nasti, aveva spiegato alla Giunta che era necessario presentare eventuali proposte e/o progetti di utilizzo dell’area delle terme, in quanto la concessione era a titolo oneroso e quindi la spesa equivalente andava supportata-giustificata con un progetto di utilizzo delle acque minerali. Progetto che non è mai arrivato e che non era stato avviato neanche negli anni scorsi. Pesa anche un nodo tecnico spesso ignorato nel dibattito pubblico: il Comune non era più proprietario dei terreni, ma detentore di un semplice diritto di superficie, mentre l’area risultava nella disponibilità della curatela fallimentare. Prima di tutto bisognava capire, in sostanza, se l’ente aveva davvero titolo a progettare su quei terreni. L’assessore Nasti risponde anche a chi ha ipotizzato, come il consigliere di Lbc Damiano Coletta che la revoca sia stata causata dall’assenza del Comune a un sopralluogo regionale. «Non è certo per la mancata presenza a quel sopralluogo che la concessione è stata revocata. Le motivazioni sono tecniche, strutturali e di lunga data. Il Comune si è insediato a giugno 2023 e da subito ci siamo interfacciati più volte con la Regione, ma senza un progetto e senza i titoli sui terreni non esistevano i presupposti per il rinnovo». Nonostante la revoca, però, una prospettiva resta aperta. «La concessione può essere riattivata», afferma Nasti, «ma bisogna avere consapevolezza che occorrerà ricominciare dall’inizio: disponibilità dell’area, investimenti importanti, progettazione seria, un percorso a evidenza pubblica e l’interesse di partner disposti a sostenere un progetto da milioni di euro». Un percorso, sottolinea, «che nessuno ha mai avuto il coraggio e le risorse per inseguire a fronte di una inattività trentennale». Le Terme, insomma, sono state un sogno non supportate da visione, risorse, progettualità e un iter rigoroso. E oggi è molto più facile gridare allo scandalo che fare i conti con questo.  

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione