Cento sindaci da tutta la regione per affrontare la questione cinghiali. Un'emergenza soprattutto per i continui danni alle coltivazioni ed ai ritardi con cui arrivano i risarcimenti nel caso vengano riconosciuti. L'iter non è semplice e dietro le foto che spesso impazzano sul web ritraenti cinghiali che si aggirano nei centri cittadini, si nasconde un problema per cui occorre trovare subito soluzioni. Per questo motivo si è tenuta ieri a Roma l'assemblea dei sindaci promossa da Coldiretti un momento importante di confronto con l'assessore regionale all'agricoltura Carlo Hausmann che da tempo ha avviato un dialogo importante con i territori per pianificare interventi mirati. Oltre al sindaco di Frosinone, in sala c'erano anche quelli (o loro delegati) di Ceprano, Pontecorvo, Cassino, Ferentino. «Noi non vogliamo soldi - – ha commentato il presidente della Coldiretti del Lazio Granieri rivolto ai sindaci - non vorremmo dover ogni anno chiedere rimborsi e indennizzi, chiediamo atti amministrativi urgenti, efficaci e risolutivi della problematica. Da voi ci aspettiamo un atto di grande coraggio e responsabilità nel firmare le ordinanze comunali che autorizzano la cattura e l'abbattimento dei cinghiali. Un atto uguale per tutte le municipalità, comune a tutto il territorio regionale, per mandare un segnale forte e autorevole a chi deve risolvere il problema nella sua complessità. Questa storia che siano tecnici e burocrati a decidere tempi, modi e strategie al posto della politica deve finire». Uno dei problemi maggiori per quanto riguarda il contenimento della fauna selvatica è stato il passaggio delle competenze dalle province alle regioni. Ma nel Lazio per quanto riguarda gli interventi si è già a buon punto. «Nel nuovo calendario venatorio - ha fatto sapere Hausmann - il periodo della caccia al cinghiale verrà espanso al massimo. Siamo anche pronti a portare in giunta la delibera di approvazione del piano straordinario delle attività e degli interventi necessari alla riduzione della popolazione di cinghiali». Il direttore della Coldiretti del Lazio, Aldo Mattia è stato però chiaro, in assenza di interventi 40mila aziende sono già pronte a dare battaglia.