Vengono sottratti alla criminalità, assegnati alle amministrazioni con la speranza di un nuovo utilizzo virtuoso per scopi sociali. Invece i beni confiscati vengono spesso abbandonati a loro stessi, lasciando che l'incuria prenda il sopravvento.
Questa oggi come oggi la situazione in cui a San Felice Circeo versano due immobili, uno dei quali di particolare pregio. Parliamo della villa del Morrone e di un appartamento in via dei Caprioli (consorzio Colle Circeo II). E proprio per quest'ultimo l'ente dovrà a breve mettere mano al portafogli. Ma non per realizzare nell'immediato un progetto che lo renda fruibile, bensì per correre ai ripari mettendolo in sicurezza.
Il Comune di San Felice Circeo è entrato in possesso di quest'immobile nel 2003. E, coincidenze, l'atto di trasferimento al patrimonio indisponibile dell'ente risale proprio al mese di luglio. «Il suddetto trasferimento - si legge nella determina 403 pubblicata ieri - è stato effettuato per finalità sociali e con il preciso vincolo di destinazione al patrimonio indisponibile del Comune, con l'obbligo di utilizzo per le finalità di tipo sociale». Le cose evidentemente non sono andate per il meglio neppure in questo caso, così come accaduto per la villa del Morrone oggi devastata dopo occupazioni irregolari, lavori lasciati a metà, incursioni di vandali e le "visite" dei ladri a caccia di rame (e non solo).
L'immobile di via dei Caprioli - prosegue l'atto amministrativo già citato - «versa in condizioni di fatiscenza dovute alla vetusta epoca di costruzione e all'inutilizzo prolungato nel tempo dello stesso, presentando segni di infiltrazioni dalla copertura e dai terrazzi esistenti, che hanno causato ammaloramento degli intonaci e tinteggiature sia interni che esterni, pertanto necessitante di interventi di messa in sicurezza».
Solo per l'incarico di progettazione, il Comune dovrà spendere seimila euro, cifra cui sarà da sommare quella dei lavori. Una palude, quella del mancato utilizzo dei beni, dalla quale il Comune fa fatica a uscire. E più passa il tempo più la situazione diventa complessa: il degrado aumenta e con esso anche i costi per la riqualificazione. Non resta che sperare in un finanziamento per far sì che quei beni sottratti alla criminalità possano effettivamente tornare alla collettività. E non solo formalmente.