C'erano una volta (e forse ci sono ancora) i foglietti affissi fuori dai supermercati, in biblioteca, nei centri per l'impiego e sulle vetrine dei negozi: «Cerchiamo barman referenziati per lavoro stagionale, no perditempo. Scrivete in privato». Oppure: «Lezioni di canto e ripetizioni», o ancora «Cerco operatore socio sanitario referenziato per coppia di anziani». Annunci per la ricerca di lavoro che ancora fanno il loro sporco lavoro e che ancora oggi per moltissime persone costituiscono un modo per trovare un'occupazione. Ma con i social network le cose sono cambiate. O meglio, sono evolute. Diversi i tempi, nuovi gli strumenti e i linguaggi e allora ecco l'ora del "Cerco e offro lavoro" su facebook che sbanca.

È l'ultima frontiera della condivisione e a Terracina si esprime con una pagina che ad oggi conta quasi 8 mila iscritti. Si chiama "Cerco e offro lavoro Terracina" e conta migliaia di annunci. Certo, attenzione alle bufale ma il sistema, stando alle risposte e ai commenti, in più di qualche caso funziona. Per avvisare amici e conoscenti di un annuncio, basta un "tag". Dalle commesse ai camerieri, dagli idraulici alle baby sitter, c'è chi cerca lavoretti e chi costruisce profili specifici e più qualificati di cui è la alla ricerca.

Molte le richieste di assistenza per anziani, bambini e persone con disabilità; si cercano animatori per le strutture estive, barman, banconisti e bagnini. E quando non arriva direttamente la proposta, sono gli altri iscritti a dare indicazioni, consigli, replicando il buon vecchio passaparola. In questo modo a Terracina si colmano le lacune dal basso. Quelle dello scambio di informazioni sul lavoro che manca, o che spesso c'è ma è infilato su piattaforme complicate o è da recuperare tra uffici dell'impiego e centri per la formazione. Con facebook si rompono invece le intermediazioni, e la domanda incontra subito l'offerta. Una frontiera ancora tutta da valutare ma che dovrebbe essere vagliata dagli addetti ai lavori. Le risposte arrivano dopo pochi minuti e, negative o positive che siano, danno la sensazione di essere inseriti in un circuito. In attesa di scrivere, come pure accade: «Trovato, grazie mille!