Nella giornata di ieri, sul proprio sito istituzionale, la Volsca Ambiente e Servizi ha pubblicato tutti i dettagli relativi al progetto per il nuovo impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti - con la sola digestione aerobica - che la Spa partecipata dai Comuni di Velletri, Lariano e Albano Laziale intende realizzare a Contrada Lazzaria, nei terreni di sua proprietà della periferia veliterna.
Nello specifico, sono stati resi noti gli elaborati e la sintesi del progetto, che prevede l'abbandono della vecchia idea del compostaggio anaerobico con annessa produzione di biogas, "imposta" dal Consiglio comunale dopo le decisioni prese dalla commissione speciale per i rifiuti presieduta da Giorgio Greci, recepite dall'assise veliterna.

Quantitativi e filiere
L'impianto che la Volsca intende realizzare a Lazzaria - in variante rispetto al precedente progetto - tratterà trentamila tonnellate annue di rifiuti organici, divisi su due linee di trattamento aerobico e miscelati con del materiale ligneo cellulosico sfibrato in una percentuale del 25-30%.
Il primo comparto sarà adibito al trattamento delle frazioni organiche miste e di quella proveniente dalla raccolta differenziata, per una capacità in ingresso di 20mila tonnellate annue; il secondo, invece, tratterà le frazioni organiche miste provenienti da scarti e sotto prodotti delle filiere agricole, con una capacità di 10mila tonnellate all'anno.

Gli interventi edilizi e non
Nel sito prescelto per la nascita dell'impianto - grande 36.295 metri quadrati -, la Volsca intende realizzare diverse infrastrutture. Innanzitutto ci saranno strade, piazzali, fabbricati e servizi idonei a ricevere le materie prime, il pre-trattamento e la selezione dei materiali non conformi per la digestione aerobica, gli impianti per il trattamento dei rifiuti in ingresso, le aree dedicate alla fase di "maturazione lenta", quelle per la raffinazione dei prodotti finiti e quelle di servizio e stoccaggio delle biomasse ligneo-cellulosiche. Sarà poi realizzato il sistema di raccolta e stoccaggio delle acque bianche e di quelle grigie, l'impianto di lavaggio delle ruote e dei camion con acqua calda e vapore, il sistema di raccolta dei percolati, il depuratore delle acque nere, i biofiltri, l'impianto fotovoltaico sui tetti dei fabbricati e quelli solare termodinamico e solare termico. Infine, non mancheranno la palazzina per uffici e rappresentanza, gli spogliatoi, il locale macchine, i magazzini, il pozzo con potabilizzatore e vasche di riserva, le strade, i piazzali e i parcheggi per la pesa e una serie di alberature e aree verdi.

Impatto limitato
Per eliminare i disagi legati al possibile maleodore che potrebbe essere avvertito a causa del trattamento biologico della frazione organica dei rifiuti, il progetto prevede l'installazione dei biofiltri nei capannoni. Si tratta di processi che non necessitano di energia esterna o di agenti chimici, ma che controllano l'umidità iniettando acqua qualora se ne avvertisse il bisogno. "Gli odori - si legge nel progetto - vengono assorbiti dalla matrice organica del letto di compost, solubilizzati, demoliti e ossidati dalla flora batterica che si sviluppa e seleziona nel tempo all'interno del biofiltro". Di conseguenza, "il contributo emissivo dell'impianto" risulta "trascurabile" rispetto alla situazione attuale.
Le emissioni stesse, infatti, potrebbero essere definite simili all'odore di fondo che si avverte in zona per la presenza di allevamenti.