Mentre il dibattito politico sui numeri del dissesto pare non avere fine, i tecnici hanno finito il proprio lavoro. La commissione straordinaria di liquidazione che si è insediata a San Felice Circeo nel 2013 ha approvato il rendiconto finale della gestione. Sono oltre duecento i creditori "respinti", per un totale di quasi quattro milioni di euro. Il Comune potrebbe incassare invece un altro milione e mezzo di euro grazie agli accertamenti, soprattutto per quanto riguarda Ici e Imu.


L'elenco degli esclusi
Sono 213 in totale i debiti esclusi dalla liquidazione, per un importo complessivo di 3.911.899 euro. Nel lungo elenco allegato alla delibera della commissione straordinaria di liquidazione del 10 agosto si specifica il motivo che ha determinato l'esclusione. Si va dal mancato rispetto per l'assegnazione del contributo a somme non dovute per gli incarichi di staff, da importi di competenza della gestione vincolata a somme relative a crediti annullati da sentenze o chieste al Comune anziché ad altri soggetti. Vediamo qualche esempio. Nel calderone è finita anche l'associazione Pro Loco, con 74.354 euro richiesti ed esclusi: non ha rispettato le procedure. E ancora: Equitalia ha richiesto 115.723 euro, ma il credito è stato annullato con sentenza; diversi legali (c'è una parcella da 90mila euro) hanno chiesto soldi per incarichi che però non risultano affidati dall'ente. Nell'elenco pure la ditta che si è occupata del noleggio e delle installazioni di luminarie presumibilmente per il Natale: l'importo non è «riferibile all'ente».


Un tesoretto dalla lotta all'evasione tributaria
La differenza teorica positiva che risulta dal piano di estinzione è di 1.554.760 euro. Una cifra che però, a differenza di quanto previsto nel decreto di approvazione del piano di estinzione, «non può essere riversata all'ente in quanto, appunto, meramente teorica». I possibili problemi sono relativi a errori vari, ricorsi, insolvibilità del debitore, nonché tempi medio-lunghi per la riscossione, la cui percentuale su scala nazionale si attesta attorno al 30 per cento. Il Comune, però, deve comunque attivare ogni mezzo a disposizione per evitare il rischio di prescrizione e per riscuotere il dovuto. Anche perché l'attività di recupero dell'evasione che ha posto in essere l'Organismo straordinario di liquidazione «ha generato l'emissione di ulteriori ruoli tributari che saranno accertati per cassa dall'ente locale». Le somme incassate, però, dovranno essere restituite al ministero dell'Interno fino a concorrenza del contributo assegnato per il dissesto, cioè circa 500mila euro.