Il recupero integrale del teatro romano non è più un'utopia. Soldi sonanti arrivano direttamente dal Mibact, il ministero dei Beni e Attività culturali guidato da Dario Franceschini. Ieri è stato confermato lo stanziamento di ben due milioni di euro per il recupero del sito archeologico che sorge all'interno del Foro Emiliano. La notizia è arrivata in giornata direttamente da Roma. Il deputato di Democrazia solidale Federico Fauttilli ha fatto sapere all'assessore alla Cultura Barbara Cerilli che il ministro Franceschini ha inserito gli interventi di recupero all'interno del programma dei fondi resilienti 2007-2013 del ministero. In buona sostanza, soldi mai spesi, rimasti dormienti e ora riutilizzabili per finanziare i beni culturali in tutta Italia. All'interno della lista dell'enorme patrimonio storico, artistico e archeologico, è rientrato anche il teatro romano di Terracina, opera unica rimasta sommersa per anni, poi recuperata ma imprigionata da cumuli di terra, palazzine e tanta burocrazia. Buone possibilità di guardare concretamente al futuro.
Il teatro romano è l'opera pubblica più importante della città. Per potenziale economico e culturale è in grado di superare qualsiasi altro intervento urbanistico. Naturalmente l'arrivo dei fondi non è arrivato per caso. Mesi e mesi di pressing sul ministero, incontri del sindaco al ministero, con le Soprintendenze, l'avvio di una «filiera» politica partita nel corso delle scorse elezioni con l'onorevole Fauttilli, che è proseguita in sordina. Ora, si è arrivati a meta. I soldi, infatti, non sono da stanziare. La somma è disponibile perché trattasi di stanziamenti relativi a un programma concluso in cui non vennero spesi tutti i soldi.
Già oggi la pratica potrebbe essere discussa al Consiglio superiore dei Lavori pubblici del governo. Poi si passerà in Conferenza Stato-Regioni e alla Corte dei Conti per la registrazione della spesa. In circa 6 o 7 mesi si potrebbe già concretizzare un bando per affidare i lavori. A Palazzo c'è fibrillazione: chiudere la partita del teatro romano, rimasta aperta per oltre 10 anni con sorte incerta proprio a causa dei soldi, vuol dire contribuire a scrivere la storia della città. Quella con la S maiuscola. Al Comune l'onere di sfruttare al meglio l'occasione. Con la conclusione dell'acquisto dell'ultima palazzina rimasta da demolire. Si ricorderà che non è la prima volta che arrivano soldi per il teatro. Milioni di euro sono stati già spesi per il recupero dell'area archeologica. Questo è il giro di boa.