E' fissato per oggi alle 12 in Comune l'incontro convocato dall'amministrazione municipale con la Provincia, l'Università La Sapienza e la Fondazione Sanità e Ricerca per discutere del progetto del Centro di Alta Diagnostica. Sul tavolo c'è la controversa questione dei macchinari da destinare alla struttura, e da qualche giorno anche la sua dislocazione. Secondo gli accordi formali risalenti all'epoca della firma degli atti ufficiali sottoscritti dalle parti, il Centro di Alta Diagnostica sarebbe stato dotato di una Tac Force e di un tomografo ibrido Pet-Rm 3 Tesla, che avrebbero consentito alla struttura di fare diagnosi ma anche ricerca.
Quando nei mesi scorsi l'edificio destinato ad ospitare il Centro era in fase di ultimazione, la Regione Lazio a sorpresa ha comunicato al Comune che non era possibile rilasciare le autorizzazioni all'utilizzo di macchinari di medicina nucleare, e la circostanza ha consentito all'amministrazione Coletta e alla Fondazione Sanità e Ricerca di proporre come alternativa una dotazione fatta di macchinari di tipo non nucleare, e cioè una Pet 3 Tesla anziché un ibrido Pet-Rm.
Una posizione risultata estemporanea oltre che volta al ribasso qualitativo della dotazione tecnica del Centro, anche alla luce del fatto che i rilievi mossi dalla Regione Lazio possono essere superati in maniera abbastanza agevole.
Ma il sindaco non sente ragioni, e con lui anche la Fondazione Sanità e Ricerca, costola della Fondazione Roma che aveva sostenuto e finanziato il progetto iniziale. Inutile domandarsi cosa sia accaduto e perché si voglia rinunciare ad un macchinario di ultima generazione che vanta soltanto tre o quattro esemplari in Italia; fatto sta che Coletta non ha esitato a mettersi in urto con l'Amministrazione provinciale, che avendo stanziato e speso 800.000 euro per sostenere i costi di allestimento della sede che avrebbe ospitato il progetto sottoscritto nel 2014, non può accettare una diversa configurazione del progetto.
Alta diagnostica, un summit ad alta tensione tra Comune e Provincia
Latina - Il sindaco cerca di chiudere la partita con l’approvazione del cosiddetto piano B che prevede la rinuncia al tomografo ibrido Pet-Rm