Solo una settimana fa hanno giocato finalmente in casa ritrovando l'impianto scoperto di via dei Mille, e hanno vinto. Esordio migliore non poteva esserci per la Latina Pallanuoto che è ritornata, insieme all'Antares Nuoto, a usufruire dell'impianto al centro di un contenzioso e di una intera stagione negata. Ad un mese dall'accordo che ha sbloccato la vicenda, tra Comune, il concessionario Nuoto 2000 e le squadre, la piscina è ritornata alla fruizione della città, una notizia positiva accompagnata però dalla consapevolezza che debba essere non il tassello conclusivo di un percorso, ma solo quello iniziale. E se la sensazione comune può essere quella che sia tutto a posto, non la pensano così le società che investono energie e risorse nello sport agonistico. L'incognita più grossa ora si chiama futuro e a rendere il concetto bene evidente è proprio lo stato in cui versa la struttura: se sono state risolte le incognite economiche grazie all'affitto ad ore corrisposto dalle squadre e comprensivo anche delle utenze, resta da sciogliere quello logistico. Il primo vulnus è la tribuna che non è a norma e che è ancora appesa alle certificazioni che devono rilasciare i vigili del fuoco. In attesa di risolvere il problema è stata la società Latina Pallanuoto a prendersi la responsabilità per farla riaprire, togliendo l'onere al concessionario. «L'alternativa sarebbe stata giocare a porte chiuse – spiega il presidente della Latina Pallanuoto Francesco Damiani – ma dopo tutti i sacrifici fatti per tornare qui, tenere lontano il pubblico che ama la pallanuoto sarebbe stato un controsenso. Abbiamo vinto una partita importante, il fatto di tornare in piscina a Latina ha avuto i suoi effetti positivi anche se ci sono voluti diciotto mesi per arrivarci». Anche il pubblico si è riavvicinato, con 400 spettatori paganti per una partita di A2. «Quel pubblico che non ci vedeva più è tornato – dice Damiani - segnale che la pallanuoto a Latina è ancora nelle corde della città. Oggi che la piscina è riaperta non possiamo che esserne contenti, ma anche evidenziare che la soluzione dell'utilizzo della vasca è stata risolta a carico di noi società e che restano in campo problemi atavici, la tribuna, l'uso degli spogliatoi, ma soprattutto le prospettive future di questo impianto e di uno sport costretto a vivere nel limbo». Per Damiani «qualcuno potrebbe pensare che tutto a posto, ma io dico che non lo è se non si guarda al futuro. Noi per primi non potremo continuare così e fare un'altra stazione con questi costi, nel medio periodo se non esisterà un altro impianto fruibile la pallanuoto a Latina morirà». Costi economici e materiali. «Oggi paghiamo due costi diversi, le utenze al Comune e l'uso della struttura alla Nuoto 2000. Sono 116 euro l'ora mentre andando a giocare fuori, ad Anzio o a Sermoneta arrivavamo a 90 euro. Ci siamo assunti questo onere ma a condizioni disagevoli, con una tribuna di cui ci assumiamo la responsabilità, con gli spogliatoi non sempre disponibili e di cui dobbiamo concordare alcuni orari con il concessionario. Questo si traduce in disagi perché la squadra e le altre categorie si allenano tutti i giorni». In sostanza si paga l'ora di affitto e devi sperare che vada tutto bene e che gli spogliatoi ci siano. E in tutto questo la domanda delle squadre è: chi si sta occupando del problema piscina, della sicurezza, della separazione delle utenze e della revisione del piano economico finanziario?