Non si placa la polemica sulla cosiddetta tassa sul morto. Nei giorni scorsi il Comune di Latina ha riconosciuto la legittimità del pagamento del balzello sulla base di quanto previsto dal contratto con la società Ipogeo, quella che gestisce il cimitero comunale. Insomma, secondo il Comune, l'ente dovrebbe garantire a Ipogeo un equiparabile giro di affari. Una tesi che non è piaciuta affatto alle associazioni Codacons, Federconsumatori e Codici.
Quest'ultima ha presentato una diffida. Il presidente di Codici Latina Antonio Bottoni ricorda quanto disposto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, con la deliberazione 577 del 18 maggio 2016. Di che si tratta? Secondo detto provvedimento, non solo il "rischio operativo deve rimanere in carico al concessionario" ma il comune, in qualità di Stazione Appaltante, "deve prestare attenzione ad una corretta allocazione dei rischi tra privato e amministrazione in modo da evitare il trasferimento del rischio in capo al concessionario sul concedente". «Ciò significa - spiega Antonio Bottoni di Codici - che il comune di Latina, nel rispetto dei contenuti contrattuali, peraltro non troppo chiari a giudizio di Codici, sin dal periodo immediatamente successivo all'emanazione del provvedimento dell'Anac doveva (ma nel nostro caso è meglio dire "avrebbe dovuto") effettuare, una attenta valutazione, finalizzata a verificare se "eventuali modifiche legate all'applicazione del pagamento del contributo di mantenimento, posto a carico degli assegnatari delle sepolture …, possa apportare modifiche sostanziali tali da stravolgere le condizioni poste a base di gara».
Il comune, invece, oltre a non aver effettuato alcun tipo di valutazione del genere, ha chiaramente lasciato intendere di non voler apportare nessuna modificazione al contratto, per il timore di eventuali contenziosi con il gestore del cimitero, sebbene sia la stessa Autorità Anticorruzione a consentire non solo la valutazione, ma anche la eventuale modifica delle specifiche condizioni contrattuali, ove ne ricorrano i presupposti.
Per questo Codici, ha ricordato che l'art. 40 del Codice Penale, dispone che "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo", per cui potrebbe configurarsi, in capo ai dirigenti ed amministratori comunali un reato omissivo.
«Codici, pertanto - annuncia Bottoni - diffiderà il Comune di Latina, ad adempiere a quanto deliberato dall'Anac, e, qualora ciò non venga effettuato, procederà a tutelare i diritti dei cittadini di Latina in ogni sede. Infatti, l'atteggiamento odierno del comune di Latina è quello del più classico "tanto paga pantalone", sebbene "pantalone" siano i cittadini amministrati. Codici, pertanto, invita coloro che ne avessero la necessità a rivolgersi ai suoi consulenti legali per avere delucidazioni ed eventuale assistenza in merito a possibili contenziosi».