Realizzare la pavimentazione della ztl equivale a "violentare la storia, non solo della città ma di un passato che risale all'undicesimo secolo avanti Cristo". E se l'opera sarà portata a termine il premio Strega Antonio Pennacchi è pronto – dice – a incatenarsi davanti alle ruspe. Lo scrittore è noto per le sue posizioni radicali e provocatorie sui temi di dibattito della città. E sulla ztl già in passato si era espresso per criticare il progetto di Di Giorgi dicendo che Latina era stata concepita nel Novecento «a misura d'automobile, anzi di autostrada» da Frezzotti. Oggi dopo le parole dell'architetto Massimo Rosolini, progettista del terzo stralcio dell'opera e dello studio di aggiornamento sulla costosa pavimentazione in basalto, Pennacchi torna alla carica e lo fa partendo dalle origini della città. «La città di Littoria non era stata fondata per i pendolari, e qualcuno dice ‘perché non l'hanno fatta vicino alla ferrovia'?. Non sa che fu fondata per servire i poderi e i borghi ed edificata al centro della palude di Piscinara per servire tutta la zona. Gli ingegneri Savoia, Pappalardo e poi Frezzotti sono partiti da tracciati che erano già preesistenti. Su quei tracciati viaggiava la ferrovia fatta dal Consorzio di Bonifica che delineava una ipsilon al centro di piazza del Popolo fatta da Corso della Repubblica, il corso realizzato sul vecchio tratturo di transumanza che partiva dall'Appia all'altezza di casale Santa croce e arrivava alla Chiesuola dritto dritto fino a Latina. Su questa ipsilon il Consorzio di Bonifica costruisce la ferrovia e il villaggio del Quadrato, centro nevralgico della città. Quello che con ignoranza non si vuole capire è che questo impianto si sviluppa su tracciati antichissimi di transumanza. Le fonti e gli scritti ci dicono che la strada per andare da borgo Piave a Cisterna era larga venti metri quando l'Appia non era larga più di sei metri. Strade così larghe erano funzionali al passaggio millenario di greggi». Per Pennacchi «Corso della Repubblica è più larga rispetto a strade come via Emanuele Filiberto e corso Matteotti perché è diventata l'asse centrale della città, originata da un tratturo, come avviene nelle città del Texas. La transumanza in agro pontino risale all'undicesimo secolo avanti Cristo, in questa strada passavano pecore e greggi. Tu che sei nato qui che cazzo di diritto hai di cambiare il tragitto? Non lo hai a meno che tu non abbia alcun senso della tua città e non capisca da dove vieni. Tu sei parte del passato e devi costruire il tuo futuro non puoi continuare a costruire oltraggi che già hai fatto con il Piano Piccinato quando hai interrotto con i palazzi percorsi millenari come via dell'Agora per arrivare dritto dritto a borgo Piave o via Lunga dove andavi dritto dalla strada di Sabotino fino a Terracina. Dici: ma questo lo hai fatto nel 1975. Bene, ora stai nel 2018 e vuoi fare queste cazzate anche sul centro storico della tua città, questa è una violenza significa non capire un cazzo e non avere il senso della nostra storia perché se avessi un minimo sensibilità ti metteresti la notte e sentiresti ancora il frusciare delle pecore su un fiume silente». Per Pennacchi pavimentare significa «spendere un milione di euro per violentare la storia non solo recente della città ma di un passato di migliaia di anni. Hai in città il giardino di Piazza del popolo che fa schifo, non c'è uno stronzo che vada a zappare la terra e ripiantare l'erba o nessuno che controlla il traffico. Se questi qui camminassero a piedi si renderebbe conto di quanto già questi marciapiedi facciano schifo e siano pieni di escrementi di cane. Da una parte hai una popolazione incivile, dall'altro il menefreghismo assoluto sia dei vigili urbani sia dell'amministrazione che non gli dice di controllare. Senza considerare che non puoi camminare e passeggiare perché hai le auto parcheggiate su strisce pedonali e su discese. Tu amministrazione vai a vedere le cose come stanno, non mi rompere i coglioni sulla pedonalizzazione dei tratturi della transumanza». «Il problema è che sono ignoranti, non è neanche un problema di arroganza. Non ci arrivano perché sono somari. Io però lo dico; se si mettono a fare questo lavoro di pavimentazione io mi incateno davanti alla ruspe».
La provocazione
Pennacchi sulla Ztl: "Se fanno la pavimentazione, me incateno alle ruspe"
Latina - Lo scrittore premio Strega contro il progetto del Comune: "Queste strade larghe risalgono ai vecchi tratturi di transumanza. Perché cambiarle?"