Ancora scoperte archeologiche nei fondali del Circeo, dai quali sono state recuperate sette anfore di età romana. A riportarle in superficie, la Soprintendenza nella persona del funzionario responsabile dottoressa Chiara Delpino, che si è avvalsa della collaborazione dell'Aliquota Sommozzatori dei Carabinieri, della locale Capitaneria di Porto e del Diving di Massimiliano Accolla, lo scopritore del sito che ha guidato il gruppo sul punto di immersione. Si tratta di un'altra importante, che alimenta la decisione dell'amministrazione, come sottolinea il sindaco Schiboni, di esporre i reperti nel Museo dell'archeologia subacquea. Un progetto già avviato e per l'allestimento è stata presentata una proposta dall'associazione Asso. Al contempo, però, c'è la necessità di tutelare i siti archeologici subacquei, fin troppo spesso oggetto di «prelievi» abusivi. «Non è un segreto per nessuno» a parere di Angelo Guattari, delegato ai Beni Culturali del Comune «che molte abitazioni private anche lontane dal Circeo espongono bellamente anfore integre prelevate dai fondali marini di San Felice Circeo nel corso degli ultimi 30/40 anni, comportamenti ai quali questa Amministrazione in accordo con le autorità competenti intende porre un deciso stop». Tra le varie ipotesi, quella di chiedere chiedere l'interdizione alle immersioni il tratto di mare interessato ai vari siti, ma l'idea è stata accantonata anche per la contrarietà al provvedimento da parte del delegato ai Beni Culturali. «I diving e gli altri operatori subacquei regolarmente accreditati devono essere considerati preziosi alleati nella tutela dei beni archeologici, perché sono i primi a segnalare la presenza di nuovi siti alle autorità competenti e sono anche i maggiori interessati alla tutela dei reperti che rappresentano per loro importanti occasioni di lavoro. A questo proposito si è anche discusso della possibilità di lasciare in fondo al mare i reperti nello stato in cui si trovano, per farne un parco archeologico sottomarino aperto a visite guidate, il progetto però è difficilmente realizzabile perché i nostri fondali marini sono soggetti a continui mutamenti, per cui quello che è visibile in questa stagione, già alle prossime mareggiate potrebbe tornare sotto la sabbia per chissà quanti anni».