«Iniziamo insieme a ragionare sulla realizzazione del Parco dei Monti Lepini». È con questa esortazione che Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini, si è rivolto a Lorenza Bonaccorsi, assessore al Turismo e alle Pari opportunità della Regione Lazio, al termine della presentazione della guida turistica realizzata dalla stessa Compagnia e presentata nella Capitale martedì scorso. Un appello sentito, quello del presidente Briganti, figlio di anni nei quali si è parlato spesso del Parco, ma senza arrivare mai a un'azione concreta per la sua realizzazione. Ed è proprio in questa ottica che la Compagnia sta lavorando, cercando, soprattutto con questa governance, di creare le condizioni affinché il Parco dei Monti Lepini possa essere una conseguenza di quanto svolto, una sorta di "chiusura del cerchio" di un lavoro che si sta portando avanti tra mille difficoltà in un territorio in crescita che, arrivati a questo punto, ha bisogno di un'azione che possa finalmente sbloccare la situazione. La realizzazione del Parco regionale dei Lepini, però, non è strettamente legato all'opera che la Compagnia ha svolto in questi tre lustri, ma ha origini ben più lontane. Già dagli anni '80, con la proposta dell'onorevole Renzo Carella, si ipotizzò di rendere Parco questa area che oggi comprende tre province (Roma, Latina e Frosinone), 150mila abitanti e occupa un diametro di oltre 120 chilometri, un anello che reso Parco potrebbe davvero diventare strumento per lo sviluppo turistico e, conseguentemente, economico. I Lepini sono senza dubbio uno dei siti di maggiore interesse naturalistico dell'Appennino, gli scenari sono sicuramente tra i più belli del centro Italia. Per le sue originali caratteristiche geologiche, per le sue emergenze botaniche e faunistiche, per la sua produzione tipica viene spontaneo pensare che si tratti di uno dei luoghi più vocati all'istituzione di un'area protetta. Ma così, almeno finora, non è stato, a causa di scelte che ne hanno ostacolato la realizzazione. Con la nuova fase aperta insieme agli amministratori dalla Compagnia e con la disponibilità dimostrata dalla Regione già nella precedente consiliatura, si potrà iniziare a parlarne. e a ragionarci su, nel rispetto anche di chi, in questi anni, si è detto contrario (cacciatori e imprenditori edili soprattutto, a loro modo legittimamente preoccupati). Una nuova sfida, che il territorio dei Lepini, ora o mai più, dovrà intraprendere soprattutto con se stesso.