San Felice Circeo ormai da quasi cinque anni non ha più una biblioteca. Anzi, la struttura esiste ma ha chiuso i battenti. Un taglio dovuto al dissesto finanziario e alla relativa messa in disponibilità del personale ritenuto in eccedenza. Eppure fino a qualche anno fa il Comune di San Felice era virtuoso sotto questo punto di vista. Era uno dei pochi enti locali ad avere un bibliotecario – ora a Sabaudia a seguito delle procedure di mobilità - con tutte le qualifiche necessarie in pianta organica.
I servizi offerti non erano pochi. Li descrive la pagina dedicata che è ancora presente sul sito istituzionale del Comune di San Felice Circeo: prestito librario gratuito, prestito interbibliotecario, consultazione gratuita degli Opac (cataloghi in linea) regionali e nazionali, consultazione gratuita di materiale multimediale, connessione ad internet, servizio fotocopia. Anche gli orari di apertura erano stati pensati ad hoc per gli studenti: due aperture mattutine e il pomeriggio dalle 15 alle 18 o alle 20. In alcuni mesi, cioè con l'arrivo dell'estate, anche fino alle 20 e 30.
A causa del dissesto finanziario, però, il servizio non esiste più. Com'è noto, una delle conseguenze del default è stata la necessità di far rispettare il rapporto di un dipendente ogni 144 abitanti. Un rapporto che varia in base alla popolazione residente. A San Felice il risultato ha portato a un'eccedenza di oltre venti lavoratori e ad agosto 2013 è diventata effettiva la messa in mobilità del personale. E da allora la biblioteca "Marcello Insogna" è rimasta chiusa. Una situazione di cui fanno le spese, chiaramente, soprattutto gli studenti. Impossibile andare in biblioteca per studiare o più semplicemente per prendere in prestito un libro. Oggi, invece, le biblioteche più vicine sono quelle di Sabaudia, Terracina o Pontinia, non semplicissime da raggiungere, per ragioni di orari, per chi ad esempio viaggia con mezzi pubblici.
Da un punto di vista prettamente politico, il problema della chiusura della biblioteca non ha mai riscosso grande interesse. Se n'è discusso nel corso della campagna elettorale, quando l'allora minoranza aveva presentato una mozione per acquistare l'hotel Neanderthal – era il periodo in cui si parlava del fantomatico arrivo di migranti nella struttura – per realizzarvi un polo culturale con area destinata a biblioteca. Non se n'è fatto più nulla, anche perché la difficoltà maggiore, a questo punto, sarebbe quella di assumere personale qualificato come quello finito in mobilità.