Dopo un anno, niente assistenza domiciliare. Il ripristino del servizio tanto annunciato dal Comune e dall'Azienda speciale lo scorso anno, con la creazione dell'albo degli operatori socio-sanitari e le agevolazioni in base al reddito finanziate con apposita voce in bilancio, non c'è. E il motivo è assai poco misterioso: manca il regolamento che stabilisce le modalità di accesso al servizio, un po' come accade per tutti i servizi a domanda individuale. Spetta agli uffici comunali, ma soprattutto alla politica perseguire l'indirizzo di dotare il servizio di un regolamento, così da avviarlo. E invece niente. Il documento non esiste, le commissioni congiunte Affari generali e Politiche sociali, non si sono mai riunite sul punto e quindi niente assistenza domiciliare. Questo, nonostante le persone anziane con reddito basso siano sempre di più. E nonostante sia un servizio fondamentale. Un'assistenza a domicilio consentirebbe ai famigliari di evitare tante incombenze, che costringe non di rado a sacrificare il tempo del lavoro. Ma niente. Il Comune sembra sordo. Lo scorso anno nel bilancio di previsione dell'Azienda speciale sono stati previsti 50 mila euro a sostegno delle persone meno abbienti, in modo da sostenere l'assistenza domiciliare gratuita per chi ne ha bisogno. Mancava il regolamento per l'accesso al servizio sulla base dell'Isee, ed è stato approvato. Ma resta da elaborare il regolamento sulla modalità d'accesso. Senza di quello, è tutto fermo. Con la conseguenza diretta che il servizio non può essere erogato. Molto strano, nel Comune dei regolamenti. In un anno sono stati molti quelli approvati: ultimo, il discusso regolamento di polizia urbana, quelli relativi all'urbanistica e ai fornitori dei lavori per il Comune, e ancora quello per l'accesso agli atti e del gioco d'azzardo. Ma il regolamento per l'assistenza domiciliare non c'è. Con buona pace di chi ne ha bisogno.