E' durissima da mandare giù quella frase di Pierantonio Palluzzi perché è un'accusa pesante e al tempo stesso l'analisi lucida delle nuove norme sugli appalti. L'ha pronunciata alcune ore fa in un video inserito nel profilo dell'associazione Ance, di cui è presidente provinciale: «Aver portato la soglia minima per gli affidamenti diretti delle opere pubbliche a 150mila euro, dai 40mila consentiti finora, significa solo una cosa. Significa che gli imprenditori debbono andare da funzionari e politici col cappello in mano a chiedere la cortesia di avere un lavoro. Gli imprenditori non vogliono questo, vogliono solo regole chiare, trasparenti». Eppure quel provvedimento di innalzamento del livello degli importi esclusi dalle selezioni pubbliche è stato presentato dal Governo in carica come una forma di semplificazione e velocizzazione delle procedure rallentate dal codice degli appalti così come vigente dal 2016.

«Questo non è un modo per velocizzare - dice Palluzzi - non è ciò che chiedono gli imprenditori edili. Qui servono regole certe, trasparenti ed equità. Lasciare opere pubbliche fino a 150mila euro nella discrezione di politica e burocrazia, in Italia, in questa provincia, per fermarci al nostro caso, non è una buona idea e non è una cosa sana». Difficile dare torto al Presidente dell'Ance se si pensa che tutti i più importanti processi penali pendenti per reati contro la pubblica amministrazione riguardano gli affidamenti con pubblico incanto e, in specie, gli spacchettamenti-truffa posti in essere fino a tutto il 2017 e parte del 2018 per evitare le gare d'appalto.

Comunque Pierantonio Palluzzi nel suo intervento dice anche qualcosa di altro di altrettanto scomodo. Per esempio ricorda che «i soldi per le opere pubbliche ci sono, si possono fare investimenti sulle infrastrutture, ma purtroppo l'iter si blocca per una serie di cavilli burocratici e siamo sempre al punto. Servono procedure più snelle ma senza perdere di vista l'equità e la trasparenza. Tutti gli imprenditori devono essere messi nelle medesime condizioni». La questione appalti e opere pubbliche non è un argomento di secondo piano perché in questo momento oltre ai grandi interventi, come la Roma-Latina, sono bloccati anche potenziali cantieri medio-piccoli come la manutenzione della stessa attuale Pontina e delle strade provinciali, le quali da sole sono in grado di muovere investimenti immediati per circa sei milioni di euro che per il comparto dell'edilizia sono più di una semplice boccata d'ossigeno». La modifica al codice degli appalti era stata chiesta soprattutto in relazione ai controlli anticorruzione e circa la possibilità di pareri preventivi, onde evitare costosi e lunghi ricorsi giudiziari, come quello che ha, per ora, bloccato l'affidamento della realizzazione della Roma-Latina. La verità è che adesso si sta aspettando la prova del nove sugli affidamenti diretti al di sotto dei 150mila euro;a partire dai prossimi mesi si comprenderà se i funzionari pubblici si atterranno a regole di trasparenza, dunque attingeranno dagli elenchi o se si passerà alla assegnazione diretta agli amici «col cappello in mano» come li ha definiti con una frase forte il Presidente dell'Ance.