Rifiutare il lavoro in una provincia dove la cassa integrazione ordinaria diminuisce perché le aziende chiudono e quella straordinaria aumenta per le molte ristrutturazioni sarà difficile. Tanto vale dirlo adesso, prima che intervengano (tra quattro mesi) le regole del reddito di dignità e vengano applicate ai lavoratori che rifiuteranno un lavoro «vicino casa» e, pertanto, dovranno accettarne uno lontano.
Lo specchio del paradosso che va profilandosi in un orizzonte piuttosto vicino è contenuto nel quadro riassuntivo dei dati sulla cassa integrazione diffusi con modalità certosina da anni dalla Uil provinciale e che nell'ultimo rapporto, se raffrontati ad altri numeri economici, dicono che l'offerta di lavoro non è aumentata né potrà aumentare in futuro, anzi è diminuita di circa il 20% nonostante le previsioni nell'ultimo trimestre del 2017 fossero positive con proiezioni di nuove assunzioni pari a poco meno di 3000 unità, di cui il 15% in ruoli dirigenziali e il 27% giovani. Un dato che non solo, purtroppo, non ha avuto riscontri concreti ma che è stato in seguito smentito da un aggravarsi della crisi che, nel corso del 2018, ha prodotto anche altri numeri e ulteriori considerazioni sulla reale possibilità di arrivare ad offerte di lavoro in loco. Il 17% circa delle nuove assunzioni di residenti in provincia di Latina avviene in altre province quindi il dato sull'occupazione è influenzato dal pendolarismo.