Reddito di cittadinanza. C'è chi non aspettava altro perché il lavoro è poco, come c'è chi pensa che la manovra sarà un danno per la Nazione. A prescindere da ciò, il maxi decreto è stato approvato e partirà ad aprile. Cosa comporterà questa novità in Italia, nel Lazio e soprattutto in provincia di Latina?
I numeri in provincia
Se fino a poche settimane fa si prevedeva un bacino di utenza pari a 26.700 potenziali aventi diritto, a seguito delle revisioni sulla manovra la platea nella provincia di Latina si è "snellita". I potenziali beneficiari, infatti, oggi ammontano a 15.845 unità. Questo perché non si tiene più conto del solo reddito Isee medio delle famiglie, ma anche di altre caratteristiche relative allo storico lavorativo, l'ampiezza del nucleo familiare e così via.
Grane per i centri per l'impiego
C'è un interrogativo che da tempo si è prepotentemente inserito nel dibattito sul Reddito di cittadinanza: riusciranno i centri per l'impiego a gestire la mole di pratiche? La risposta, quando si parlava di quasi 30mila richiedenti solo a Latina, era sicuramente no. Infatti, sebbene le richieste possono essere presentate alle Poste o ai Caf, a gestire le offerte di lavoro da presentare alle persone che ricevono il reddito di cittadinanza è un compito che spetta ai centri per l'impiego. La provincia può contare su cinque Cpi (Latina, Sezze Scalo, Cisterna di Latina, Fondi e Formia). Queste strutture hanno a disposizione 150 dipendenti in totale. Ma attenzione: non tutti svolgono operazioni di front office, ossia di contatto diretto con il pubblico. Questo dato, purtroppo, non è attualmente disponibile per la provincia di Latina, ma è comunque possibile farsi un'idea. A tale scopo, si prende in esame la media regionale di operatori addetti al front office nei Cpi, che è pari all'84,6% del totale. Se questa percentuale fosse valida anche a Latina (e probabilmente è così), significherebbe che i dipendenti che dovranno cercare e proporre offerte di lavoro ai beneficiari saranno 127. Adesso, se ognuno dei 15.845 potenziali aventi diritto avrà il reddito di cittadinanza, ogni operatore disponibile dovrà gestire singolarmente più di 125 pratiche. E non finisce qui, perché è noto che ogni soggetto può valutare fino a tre proposte di lavoro, se considera le prime due non soddisfacenti. Questo significa che il lavoro di ogni singolo dipendente potrebbe addirittura triplicare e arrivare a 375 pratiche a testa.
Quest'ultimo scenario è stato però in parte scongiurato, visto che la proposta più conveniente sarà quasi sempre la prima, circoscritta in 100 chilometri di distanza dalla residenza del richiedente (la seconda 250 chilometri, la terza tutta Italia). Tutto porta a pensare che le prime offerte saranno quelle più quotate.
Il caso del Lazio
Numeri importanti anche nel Lazio, così come testimoniato dall'elaborazione Anpal Servizi, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e riportato da Il Corriere della Sera. Nella regione, infatti, ci sono 128.230 potenziali aventi diritti al Reddito di cittadinanza. Quasi la metà di questi è di Roma città, con un bacino di 54.885 persone, a cui si aggiungono le 33.159 dei Comuni della provincia. Subito dopo c'è Latina, con i suoi 15.845 potenziali aventi diritto a fronte di circa 450mila abitanti, seguita da Frosinone (13.466 eventuali richieste), Viterbo (6936) e Rieti (3.580).